o però non ho capito per quale motivo la premier finlandese si sia sottoposta al test antidroga, quali siano la sequenza logica e il rapporto di causa effetto che l’hanno costretta e certificare il suo grado di sobrietà mostrando tanto di esami, non so se del sangue e delle urine.Lo avrei capito se la Sanna Marin avesse sbroccato in un’intervista, farfugliando concetti vaghi e confusi come se ne sentono da qualche assessore regionale nel massimo della sua lucidità; lo avrei capito se avesse barcollato davanti ai microfoni, come accadeva alla buonanima di Boris Eltsin (il rimando alla Russia non è casuale: questo caso fondato sul nulla è una chiara operazione da avvelenamento dei pozzi di stampo postsovietico) e anche a qualche nostro ex ministro.Ma tutto questo è accaduto perché una giovane donna di 36 anni ha deciso di trascorrere, con la massima naturalezza e trasparenza, una serata in un club in compagnia di amici, scatenandosi nei balli come ha fatto almeno una volta nella vita chiunque sia stato giovane.Esattamente come aveva diritto di divertirsi al Papeete l’allora ministro Salvini, perché essere rappresentanti istituzionali non significa rinunciare ad umanissimi momenti di libertà.Ripeto: stiamo parlando di un capo di governo che si è concesso una serata a ballare con amici, non di un capo del governo che la serata l‘abbia trascorsa – butto lì esempi a caso – in compagnia di latitanti, mafiosi, trafficanti del cartello di Medellin o, cosa ben diversa, adescando minorenni in cambio di denaro e carriere.La Sanna Marin è un elemento così dirompente – per anagrafe, aspetto e valori progressisti – da essere invisa a molta destra e molta sinistra.Alla destra non piace per la sua cultura ecologista e perché ha una storia personale che la rende molto sensibile ai temi della discriminazione sessuale, ad una certa sinistra non piace perché – traggo dalla bacheca di un mio contatto Facebook – sarebbe una “estremista dell’atlantismo” e avrebbe portato la Finlandia tra le braccia degli americani, che in questo gioco delle parti sono sempre i cattivi.La cosa triste è che, se da certi ambienti conservatori e bigotti quella polemica non sorprende, ad esprimere disapprovazione per quel comportamento irrituale siano proprio esponenti della cultura progressista che si riterrebbero più tolleranti verso le libertà personali.Non so se la Sanna Marin sia davvero una buona politica, so che questa macchina del fango avviata sul nulla dimostra quanto possano essere violente e brutali le campagne di delegittimazione, tanto più quando sul nulla sono fondate.Ecco perché quel test antidroga fa ridere o avvilisce, a seconda dell’umore della giornata.E mi fa venire in mente una vecchia gag di Corrado Guzzanti. Non so se ve lo ricordate il programma in cui Guzzanti dialogava con quell’attore che faceva la parte del prete, comunque in uno di quei dialoghi il prete invitava i giovani ad evitare le discoteche in quanto luoghi di perdizione.E Guzzanti, fingendo di assecondarlo, aggiunse che “dalla discoteca a farsi di eroina è un attimo”.Ricordo la fragorosa risata del pubblico e gli applausi insistiti, dopo quella battuta.Oggi si discute seriamente di quel che vent’anni fa ci faceva ridere.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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