Che cosa c’entra Fabrizio De André con Roberto Baggio, che cosa possono avere in comune due persone apparentemente così lontane? Sono nati lo stesso giorno: il primo il 18 febbraio del 1940 e il secondo sempre il 18 febbraio ma del 1967. Fabrizio compirebbe oggi 82 anni e per Roberto sono i suoi primi 55 anni. Non so se il destino gioca con le date e le ricorrenze però quando mi sono imbattuto in questo strano incrocio ho subito pensato: se sono nati nello stesso giorno qualcosa in comune la devono avere per forza. E’ un gioco, lo so, ma Fabrizio e Roberto sono simili nei loro silenzi ed entrambi hanno preferito utilizzare la voce e i piedi. Il primo a scrivere parole, il secondo a disegnare traiettorie, entrambi a raccontare – ognuno a loro modo – la bellezza della poesia. Ho amato De André perché ogni sua canzone è completa, non necessita di nessuna parola e di nessuna nota musicale in più, così come ogni azione e gol di Baggio è un’opera unica e inconfondibile. Hanno rappresentato gli ultimi con passione: De André ne ha narrato le gesta e ci ha scritto molte canzoni su chi perde, su chi non riesce, su chi muore. Baggio, nei suoi tormenti, ha raccontato la parabola della vittoria e della sconfitta in pochi giorni: soprattutto grazie a lui arrivammo a giocarci la finale con il Brasile nel campionato del mondo del 1994 e fu lui a tirare verso il cielo quel rigore e vivere per sempre l’onta di una sconfitta. Così, come continuo ad ascoltare Fabrizio con la sua guerra di Piero, il chimico, il suonatore Jones, mi guardo di tanto in tanto i gol di Baggio e quel maledetto rigore sbagliato. Ed è bello pensare che per Fabrizio le dita incrociano sempre una chitarra e per Roberto i piedi incontrano un pallone su un prato verde. Buon compleanno amici fragili, buona saudade ad entrambi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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