Secondo voi, se i giornali si occupano della crisi di Meridiana o di quella di Alcoa è perché sperano che Meridiana o Alcoa chiudano? No, ne scrivono perché ci sono storia e lavoro in ballo ed è doveroso darne conto. “L’accordo tra Azienda e Sindacato stipulato a Roma in sede Fieg il 21 ottobre scorso per un “Piano di riorganizzazione produttiva” dell’Unione Sarda, segnerà probabilmente lo spartiacque fra due fasi storiche dell’editoria giornalistica in Sardegna. Per la prima volta, infatti, il più diffuso quotidiano dell’Isola dichiara, di fatto, lo “stato di crisi”, individua 17 esuberi e intende far ricorso ai prepensionamenti per ridurre il numero dei giornalisti in redazione. A questo si aggiunge la decisione, comunicata dall’editore Sergio Zuncheddu al Sindacato (il 10 novembre), di proporre il contratto di solidarietà per tutti i giornalisti della redazione di Videolina, appartenente allo stesso gruppo editoriale dell’Unione Sarda”.
Queste parole non le ho scritte io. Le ha scritte Francesco Birocchi, giornalista della Rai e fino allo scorso anno presidente dell’Associazione della stampa sarda. Le ho estrapolate dalla sua relazione di fine mandato, datata 15 dicembre ma passata quasi inosservata: i giornali scrivono del mondo, ma in quel mondo loro difficilmente appaiono. Seguendo questo link (http://www.stampasarda.org/) arrivate alla homepage del sito dell’assostampa, basta scorrere le notizie fino al 15 dicembre e trovate la relazione di Birocchi. Perché ne parlo? Perché il 14 dicembre chi scrive aveva pubblicato su Sardegnablogger un post in cui si riferiva delle difficoltà di Videolina. Nelle ore seguenti, qualcuno aveva definito quelle informazioni un’operazione di sciacallaggio degna di “avvoltoi” e le aveva liquidate come “fesserie”. Ed ecco, invece, che il presidente dell’Assostampa (Birocchi era ancora in carica, quando ha diffuso la sua relazione) spiega che a L’Unione Sarda sono stati individuati 17 esuberi e che a Videolina sono stati proposti i contratti di solidarietà, ossia paghe più basse perché tutti possano lavorare. Si prova piacere, a scrivere che le cose non vanno bene? No, si dà semplicemente atto di una realtà aziendale che attraversa un momento difficile, come tante altre in Sardegna. E non esiste alcuna norma, scritta o tacita, che impedisca di parlare della crisi della stampa.
Birocchi, uomo mite e riflessivo, nella sua relazione fornisce anche dei dati importanti. Le vendite dei quotidiani sardi nel periodo ottobre 2013-ottobre 2014, ad esempio: “L’Unione sarda perde il 5,1 (-2539 copie ed una vendita scesa sotto le 50.000, 49667) e la Nuova Sardegna ha perso il 6,9, pari a più di 3.000 copie, con una vendita di 44, 500, 44,497)”. Incertezza per i media tradizionali, incertezza ancora maggiore per le nuove frontiere dell’informazione. Estraggo un altro brano della relazione di Birocchi: “Non si sa nemmeno come saranno impiegati i giornalisti dell’“Unione on line”, società per la quale il gruppo “Unioneditoriale”, di cui fa parte, rifiuta qualsiasi confronto sindacale. Si sa che un certo numero di colleghi, contrattualizzati prevalentemente con l’Aeranti-Corallo, lavorano per il sito dell’Unione Sarda, sotto la responsabilità del direttore Videolina, e collaborano stabilmente con l’emittente anche nella conduzione dei notiziari. Una situazione a-contrattuale per il sindacato. E questo preoccupa”. Birocchi aggiunge anche alcune considerazioni sulla stanchezza delle formule dell’informazione, che si trascinano in maniera monotona e sempre uguali a loro stesse. E credo abbia centrato il problema. È un avvoltoio, Birocchi? Scrive fesserie? No, è una persona seria e affidabile, posso garantirvelo. Ha solo scritto la verità e la verità viene prima di tutto. Ma non andatelo a raccontare in giro.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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