– Sì, già ci arrivo a quel distributore di benzina – penso guardando l’autonomia di 40 km segnalata dalla riserva. Ho una sola banconota da 50 € in borsetta e il rifornitore tra Oschiri e Berchidda ha prezzi buoni, val la pena rifornire lì.
E invece, stranamente, dopo poco un fischio mi segnala che quell’autonomia è drasticamente scesa a 20 km. M’infilo malvolentieri in un altro distributore sulla Olbia-Sassari dove, col cui costo del carburante, dispiace mettere 50€ di benzina.
Entro nell’Autogrill con la banconota in mano e mi dirigo verso la cassiera:
– Buongiorno, scusi avrebbe da cambiare? –
E quella lì apre il cassetto controvoglia, ma sta già scuotendo la testa.
– No, mi spiace: niente. –
E non è vero, perché la traiettoria delle sue pupille mira lo scomparto delle monete. Allora rilancio:
– Ma io vorrei anche un caffè e un croissant – domando, consapevole che chiedere solo un caffè sarebbe sospetto.
Nel frattempo si avvicina un ragazzotto dall’aria poco raccomandabile. Ha 10€ in mano, capelli che fanno paura e un abbigliamento che definire trasandato sarebbe riduttivo. È uno di quelli che ti fanno affrettare il passo se li incontri in un vicolo buio.
– Eh mi spiace, non ho proprio cambio – mi ripete quella che ormai non può certo ritrattare.
Sto per andare via quando il ragazzotto mi supera nella fila, porge alla cassiera la banconota esclamando:
– Devo pagare la mia birra e aggiungi il caffè e croissant per la signora –
– Grazie, ma non è il caso – rispondo imbarazzata.
–Gliel’offro io volentieri, insisto –
Siccome sembra brutto rifiutare una gentilezza, accetto. Lui mi tiene compagnia mentre faccio un’altra colazione, di cui non avevo voglia, e scopro che è simpaticissimo.
Lo saluto, lo ringrazio e gli stampo due baci sulle guance. Quello lì, sorpreso dal mio gesto, sfodera un sorriso che è un manuale di patologia odontoiatrica. Ma è simpatico e basta.
Vado via. Ripensando a tutte le volte che, come una cogliona, ho affrettato il passo per due denti mancanti e un abbigliamento trasandato.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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