Chiedete a Dio cosa sia la perfezione e vi risponderà: Audrey Hepburn. Ma anche la bellezza, lo charme, l’essere indiscutibilmente iconografica. Se poi entrate in confidenza con Dio e provate a domandargli quale, secondo lui, sia la città più bella del mondo non avrà dubbi: Audrey Hepburn che gira per Roma con la vespa anni 50. Tutto si ferma a vacanze romane, a quella passeggiata con Gregory Peck. La principessa Anna è, per me, l’icona di Roma. Quando cammino sul lungo Tevere, l’isola Tiberina, Trastevere, Via Giulia. Tutto è Audrey più di ogni altra cosa, più di qualsiasi romano. Perché lei è una Roma che non c’è, ma esiste nei sogni di tutti; leggiadra e volatile, una Roma caciarona e fuggente, il Tevere che ascolta le voci di chi quell’acqua l’ha vissuta intensamente. Vero: c’è Fellini con la dolce vita, Via Veneto, c’è Nanni Moretti con la Garbatella, c’è Sordi con Piazza Venezia, c’è Anna Magnani con la città aperta. Tutti hanno raccontato Roma, hanno annusato e creduto in lei, tutto incarna la grande bellezza di una città immensa, infinita, imprendibile, irraggiungibile, spumeggiante, orribile in alcune parti e per molte cose, impossibile da vivere eppure nella fantasia di quasi tutti. Però, quando passate davanti al Colosseo, camminate per i fori imperiali, la guardate dal Pincio, passeggiate sotto Regina Coeli, vi addentrate in via della Scala o andate a mangiare al ghetto degli ebrei, a Portico d’Ottava, tutto vi sembra Roma, tutto sorge e risorge. Ma solo il rumore di una vespa, il sorriso inimitabile e imprendibile, gli occhi da cerbiatta dipinti per essere amati, sono Roma. Quella Roma è Audrey Hepburn. Solo e soltanto lei. La grande bellezza era nata nel 1929 e morì il 20 gennaio del 1993. Ma non è vero. Audrey è eterna. Come Roma.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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