Visitavo una galera dove in un angolo del cortile squallido sopravviveva un delizioso alberello di limoni. Una signora che insieme ad altri altri era con me, pur sensibile alla bellezza di un simile miracolo quanto era lei stessa bella, pur incapace di sfiorare il dolore di altri senza restarne addolorata, staccò un fiore dall’albero e mi disse:-Questo lo porto con me, lo farò appassire in un libro e ogni tanto lo cercherò per ricordare che anche in un inferno come questo ci può essere un angolo di paradiso.Le risposi:-E’ sicura di farlo per questo? E’ sicura di non volere semplicemente possedere un ricordo materiale inutile, un feticcio che in futuro le porti alla memoria il coraggio che un giorno ebbe di visitare un simile posto, che questa storia “dell’angolo di paradiso nell’inferno” non sia una difesa che lei oppone a un aspetto di sé che non le piace, l’attrazione verso il male e verso l’orrido che ogni tanto ci prende?Lasciò cadere il fiore per terra.Ho pensato a quella mattina (o pomeriggio?) di tanti anni fa quando ho letto del volantino delle Br all’asta, quello in cui degli assassini rivendicavano il rapimento di Aldo Moro e soprattutto il massacro della sua scorta. Mi chiedo come simili documenti possano circolare nel mercato privato, come la legge lo consenta anziché custodirli in archivi giudiziari o storici dove possano essere visibili soltanto a persone che in essi, a qualsiasi titolo, ricerchino delle verità e non, per avventura, a chi, come potrebbe accadere anche a me, ha un’improvvisa e morbosa attrazione verso il male pur senza neppure possedere il coraggio di praticarlo personalmente.Il telefonino è divenuto il rivelatore di questa terribile tendenza. E’ accaduto nella mia città che davanti a un potenziale suicida in bilico sulla spalletta di un ponte fossero più quelli che lo riprendevano di quanti tentassero di salvarlo. Contava avere nella galleria del cellulare un ricordo materiale di quella morte, trascurando la vergogna di avervi assistito passivamente, senza neppure addolorarsi o inorridire, se pure qualsiasi intervento fosse stato possibile.Un cadavere sulla strada coperto da un lenzuolo dopo un incidente automobilistico, se la strada è trafficata entra in centinaia di memorie elettroniche, prima che venga rimosso sarà spettacolo anche per bambini emozionati che lo riprenderanno sotto gli occhi amorevoli dei genitori. Mi raccontò un agente di polizia che una volta, davanti a una simile scena, dovette fare ricorso a tutto l’autocontrollo di cui era capace per evitare di schiaffeggiare un padre davanti al figlio che riprendeva la scena di una strage stradale:-Mi limitai a dirgli: “Rimetta in moto e vada via subito. E si ricordi che lì sull’asfalto potevate esserci lei e il suo bambino”.Però se potessi mi piacerebbe cedere al fascino dell’orrido. E andrei a intervistare chi vincerà l’asta per il volantino degli assassini. Magari mi vedrò in uno specchio. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo aperto una delle mille botole dell’inferno per guardarci dentro.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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