In principio furono le quattro province. Si decise di portarle a cinque ma diventarono otto. Siccome costavano troppo e parevano inutili, Salamone il saggio domandò: perché cazzo non le cancelliamo, popolo di Sardegna?
Così fu. Salamone, però, morì prima ancora di rendere noto al suo popolo quale fosse l’alternativa. O forse morì tranquillo perché chiudere le Province, a conti fatti, era tutto ciò che serviva e nulla più.
Fu allora che i polifemi presero il potere. Essendo di vedute strette, essi cominciarono a dibattere e guerreggiare su ciò che avrebbe dovuto prendere il posto delle soppresse province. La parola “niente” non era contemplata.
Essi rivolgevano lo sguardo alla poderosa riforma dei Belgi che da tempo avevano in pugno i popoli d’Europa. Da quei lontani eremi si decise allora che la pecunia sarebbe stata diretta verso nuove aggregazioni di palazzi e strade la cui denominazione fosse “città metropolitana”, le ragioni di siffatta decisione essendo ignote.
La discussione durò mille giorni e mille notti; non si contarono aggressioni e agguati. I polifemi, ormai allo stremo, giunsero alla conclusione che la terra di Sardegna dovesse contare una città metropolitana, una manciata di città medie, qualche rete urbana e forse una rete metropolitana.
Alla fine dell’ardua operazione di semplificazione, i polifemi si guardarono in faccia e, strizzandosi vicendevolmente l’occhio rosso per le notti insonni, vomitarono di gioia. Fuori dal palazzo fiorì la rivolta.
Le città medie si ribellarono alla città metropolitana, la rete metropolitana attaccò le unioni dei comuni, i paesi senza etichetta dichiararono guerra ai polifemi, furono proclamate decine di bidde metropolitane fuorilegge, l’isola di Maldiventre fu dichiarata scoglio metropolitano e zonafrancainterclusainmezzoalmar.
Quando il brigante Mazzafrissa si autonominò presidente della provincia di Gallura. Sassari, Oristano, Nuoro e Cagliari seguirono i suoi passi. Medio Campidano, Ogliastra e Sulcis non ebbero niente da rivendicare. Le province tornarono cinque. I Belgi e i Romani furono tenuti a debita distanza e la terra di Sardegna smise di perdere tempo a litigare per cazzate del genere. Tutti vissero più o meno contenti. Esattamente come prima.
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