Stanno per aprirsi le porte della misericordia e del perdono. E’ il prologo al Giubileo, proclamato a sorpresa da Papa Francesco e fonte di non poche preoccupazioni, vista l’aria che tira. Renzi, che scemo non è, ha deciso di tenere una posizione defilata sul fronte della coalizione bombarola che ritiene misericordia e perdono non proprio adatte per lavare l’onta delle stragi di Parigi. Quelle si lavano col sangue.
Siamo quindi sollecitati a riflettere sulla tolleranza infinita di Gesù Cristo con il rombo dei tornado e delle esplosioni in sottofondo e la nebbia acre del sospetto che aleggia sui nostri rapporti con i frequentatori delle moschee. Non sembra il momento buono, insomma, per rilanciare i valori universali della Chiesa cattolica. Da un lato predichiamo misericordia, dall’altro seminiamo morte e distruzione per distruggere i “nemici”.
Leggo che ci sarà un’assoluzione di massa per i peccatori e che, a tal proposito, è stato costituito addirittura un team di “Missionari della misericordia” specializzati nel lavaggio delle coscienze più sporche, quelle dei superpeccatori. Con la sola imposizione delle mani, immagino. Certo non mancherà il lavoro.
A tutti i sacerdoti, invece, è concessa la facoltà di assolvere le donne che hanno abortito e gli eventuali ispiratori del “reato”, marito o familiari che siano. Insomma, parte una gigantesca operazione di pulizia spirituale. Ci consegnerà sul serio una cristianità linda e cristallina, pronta a costruire un mondo migliore basato sui principi della misericordia, della carità, della tolleranza eccetera eccetera? Beato chi ci crede.
Il guaio è che il mondo sembra proiettato verso derive diametralmente opposte. La parola guerra, che mai ci ha abbandonato, ha ripreso a risuonare anche nelle lande del Vecchio Continente. Da tempo i valori richiamati dal Giubileo sono stati schiacciati da un sistema di regole che, mettendo al centro la finanza anziché l’economia reale, ha finito per produrre povertà e malessere e accentuare discriminazioni e disparità. Il denaro conta molto più dell’uomo crocifisso e lo stesso Vaticano offre ospitalità e cariche di potere a personaggi che, privi di abito talare, sarebbero graditi ospiti delle patrie galere.
Ha oggi il Vaticano la credibilità necessaria per proporre un Giubileo? Credo proprio di no. Anzi, preoccupa alquanto quel clima di fastidio e intolleranza che traspare forte e chiaro dalle affermazioni stizzite di taluni prelati e che sembra preludere a uno scontro tra religioni. Una specie di chiamata alle armi in difesa di una non meglio precisata tradizione cristiana che si vorrebbe inglobare anche nel concetto di istruzione pubblica. La laicità della scuola viene messa in discussione nonostante rappresenti il principale baluardo al rischio di degenerazione che spesso le religioni manifestano.
Se, nelle nostre scuole, si insegnasse la storia delle religioni anziché “Tu scendi dalle stelle”, i nostri ragazzi avrebbero molti più strumenti per valutare ciò che accade oltre il tacco dello Stivale. E racconterebbero ai genitori (il vero problema) che il mondo è ancora oggi pieno di dei e non si sa quale sia quello vero, sempre che ce ne sia uno vero, e che probabilmente quello in cui credi è strettamente collegato al posto in cui sei nato e cresciuto. Avrebbero gli anticorpi per capire e reagire. Usando la ragione e non la pancia.
Il Giubileo, infine, si apre con due giornalisti italiani a processo, rei di aver divulgato carte segrete che rivelano la presenza di sacche di marciume assai diffuse negli ambienti vaticani. Chi è, in questo caso, il peccatore? L’assassino o chi ne rivela l’identità? Ci sarebbe parecchio lavoro per il superteam di redentori, se solo guardassero nella giusta direzione.
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