Lo spettacolo “La scuola delle mogli” di Molière andato in scena a Porto Torres, nell’ambito della rassegna “Etnia e Teatralità”, del Teatro Sassari, della Compagnia stabile Enrico Guarneri, è di quelli che resteranno nella memoria del pubblico. La sfida non era facile, anche perché gli spunti che il testo del grande drammaturgo offre sono tantissimi. Riuscire a rendere in scena la grandezza di quest’opera che contiene insieme filosofia, sociologia, psicologia e antropologia è un’impresa titanica. I sentimenti che si affastellano, dalla tristezza alla simpatia, dal disprezzo al dolore, dalla rabbia all’odio e poi fino all’amore, tutto attraverso una gamma di effetti divertenti che arrivano sino ad una comicità esilarante è estremamente ardua. Ma Guglielmo Ferro ed Enrico Guarneri, insieme agli altri, ci sono riusciti alla grande meritando quel grande successo che hanno ottenuto in tutti i teatri nei quali l’opera è stata rappresentata. Nulla è fuori posto in questa messinscena , nulla in eccesso, nulla sbilanciato. Gli equivoci fanno ridere e pensare. Guglielmo Ferro da abile e dotato regista qual è apporta soltanto qualche modifica intelligente: innanzitutto ambienta la storia anziché a Parigi a Catania e utilizza una scintillante, musicalissima lingua siciliano-catanese che ha il pregio di essere anche comprensibilissima e poi l’arricchisce con un ritmo e con dei movimenti scenici che ci riportano alla “Commedia dell’arte”, che ispirò tantissimo Molière. Al centro della vicenda Arnolfo un uomo avanti con l’età, misogino e per certi versi anche misantropo. Ritiene il matrimonio una condanna per l’onore degli uomini che secondo lui sono cornuti per ingenuità e troppa indulgenza nei confronti delle mogli. I suoi amici lo allertano del pericolo che anche lui sta correndo adesso, visto che ha deciso di convolare a nozze. Arnolfo è convinto delle proprie capacità di fine conoscitore del perfido animo femminile, li mette al corrente di aver adottato un sistema infallibile per evitare le corna: la sua sposa è una ragazza sciocca, ingenua, cresciuta nell’ignoranza. Infatti aveva ottenuto la tutela della giovane Agnese, che aveva solo quattro anni e che appena fosse stata in età da marito l’avrebbe sposata lui, ma per allontanarla da qualsiasi tentazione l’aveva fatta rinchiudere in un convento di clausura. Lontana dalle tentazioni del mondo e soprattutto dell’amore. Facendola crescere nella mera ignoranza. Ma Arnolfo non ha tenuto conto che al cuor non si comanda, infatti l’ingenua fanciulla s’innamora di un giovane e comprende la condizione nella quale il vecchio satiro l’ha costretta e impara subito a liberarsi dalle catene dell’ignoranza. L’amore aguzza l’ingegno e la ragazza impara anche a scrivere, come scoprirà il povero, diabolico Arnolfo che vedrà svanire il suo amore irragionevole per Agnese che s’innamora perdutamente del giovane Orazio. Enrico Guarneri è eccezionale. Espressioni, sguardi, movimenti, incertezze, cambi di tono perfetti. Tutto è misurato da un’introspezione e da un’immedesimazione impressionante nel personaggio. Tutte le sue macchinazioni, precauzioni naufragano miseramente. Non bastano i due fidi guardiani Alano e Giorgina, ne i ponti levatoi, ne i divieti di guardare il mondo esterno sia pure dallo spiraglio di una tenda. Basta che un giovane studente in medicina passi sotto la finestra è il banco salta. In questa Sicilia rovente di passioni si originano delle situazioni dalla comicità esilarante. In scena vivono con travolgente senso comico tutti gli altri ottimi interpreti che fanno da spalla al mattatore Guarneri , che raggiungono un equilibrio di palcoscenico davvero straordinario Nadia De Luca, Rosario Marco Amato, Vincenzo Volo, Amalia Contarini, Mario Sapienza, Pietro Barbaro, Ciccio Abela e Gianni Fontanarosa. Ci piace citarli tutti perché tutti sono stati meritevoli dell’entusiasmo che il pubblico in sala gli ha tributato, per uno spettacolo davvero imperdibile.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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