Il punto più a sud della Sardegna, lo avete presente?
Provate a cercarlo, nella cartina, il punto più meridionale dell’isola.
Eccolo. Dall’alto risulta essere un curiosissimo promontorio legato alla terraferma da una sottile striscia, una sorta di appendice della Sardegna slanciata nel mare e protesa verso l’Africa.
Che posto incredibile! Eppure, in quel promontorio, nessuno di noi ci ha mai messo piede.
Com’è possibile? Perché quella striscia di terra così simbolica, appartiene ad una più vasta aerea denominata Poligono di Teulada, territorio interdetto ai civili.
Ora è noto che la Sardegna sostiene il 60 per cento del territorio per servitù militari dell’intero paese, con l’80 per cento dei proiettili sparati.
Sono note le indagini della magistratura, gli accertamenti tecnici, le commissioni d’inchiesta sui vari poligoni militari sardi, in specie quello di Quirra, per via di varie patologie riscontrate sugli esseri umani e sugli animali e su dati allarmanti che riguardano l’inquinamento di acque e suolo.
Sono note anche le problematiche relative ad altri siti inquinati in Sardegna, in particolare siti minerari e industriali dismessi, per via di scelte politiche nazionali che hanno devastato quelle aree.
Le bonifiche di questi siti inquinati, militari e industriali, costerebbero cifre colossali, si parla di oltre il miliardo di euro.
E non c’è nessuna compensazione economica, come ho spiegato in questo e in altri articoli: https://www.sardegnablogger.it/lo-sviluppo-al-piombo/
Il dato demografico è infatti impietoso nel descrivere come, in realtà, lo “sviluppo al piombo” non esista, e che le servitù militari portano soprattutto spopolamento e povertà.
Ma una cosa mi ha colpito, a proposito di Capo Teulada.
Che da questi calcoli ipotetici, il nostro curioso promontorio, la nostra appendice di una terra malata di appendicite, non viene considerato.
Questo perché ormai il sito viene classificato, dalle stesse autorità militari, come “imbonificabile”, a causa dei troppi proiettili ivi sparati.
Una bonifica dell’area, sarebbe impossibile, sia dal punto di vista tecnico, che economico, così ci raccontano. Il promontorio andrebbe, in un certo senso, asportato per intero.
Ma nella geografia non esiste l’appendicectomia.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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