Tutte queste foto di acque limpide e vive di pesci a Venezia e di delfini che giocano a due metri dalla battigia un po’ su tutte le altre coste, servono a riflettere su come sarebbe bello il mondo senza di noi. Il che mi inquieta un pochino perché se penso a un pianeta perfetto solo per l’assenza della specie umana,mi chiedo che cosa cazzo me ne fotta di quel pianeta. Ma io sono egoista. Tuttavia mi verrebbe da pensare che forse questa sarebbe un’occasione per pensare a una convivenza pacifica tra la specie alla quale siamo particolarmente interessati, cioè noi, e il pianeta stesso. Ma il ragionamento è viziato da un certo disordine nel modo in cui vengono presentati questi fenomeni di reimpossessamento ambientale da parte di specie diverse dalla nostra. Per esempio i media, interpretando un sentire diffuso, distinguono tra specie e specie. I pesciolini a Venezia buono, i cinghiali sotto casa no buono. I delfini a Platamona buono, le cornacchie sul terrazzino no buono. Le anatre che varcano la soglia del supermercato per cercare il cibo che non ottengono più nei parchi pubblici buono, i topi che lo fanno per lo stesso motivo no buono. E allora, figli miei, decidetevi. Non è che possiamo scegliere per conto della natura quali bestie possono o meno allargarsi per via del nostro temporaneo ritiro. A parte il fatto che certi fenomeni non so quanto siano significativi di questo fenomeno. Metti i delfini che saltano sulla riva. Boh, a me sembrano una stranezza inquietante. Dalle cronache delle popolazioni costiere sarde nei vari periodi della storia, non mi risulta che le esibizioni di questi mammiferi a riva, con balzi forsennati o con semplici ammiccamenti di testa, fossero frequenti anche quando le coste erano spopolate per paura dei pirati. A meno che anche i delfini avessero paura dei turchi (non di Erdogan, di quelli di allora, che poi era un modo di dire perché in genere i nostri pirati erano africani) e ora che che non ci sono più né bagnanti né pirati adesso si esibiscano in questo giocoso esercizio represso per secoli e secoli. D’altro canto devo osservare che se l’abitudine permanesse anche dopo il nostro ritorno sulla fascia costiera, non so quanto la cosa mi farebbe piacere. Il delfino è per conoscenza razionale una bestia innocua per l’uomo, ma vedertelo saltellare a fianco mentre sei lì tranquillo con il culo a mollo in un ambiente liquido che non padroneggi perfettamente, insomma, magari non fa piacere. Non per tediarvi con esperienze personali, ma alcuni anni fa, mentre mi bagnavo sereno al largo di Capo Caccia, oltre la Foradada, venni improvvisamente sfiorato da un delfino festoso che emise anche una specie di fischio che voleva essere di benvenuto a casa sua, tuttavia io mi cagai in mano e mi ritrovai con agile balzo dall’acqua sul tavolato di un gommone sul quale, sino a poco prima, riuscivo a risalire dopo i tuffi con difficoltà e soltanto poggiando cautamente un piede sul pianale del motore. Come vedete ci sono i pro e i contro anche nelle manifestazioni naturali apparentemente accattivanti. Dice che però bisogna approfittare di quello che succede per riflettere. E riflettiamo. Il rischio è che anche voi scopriate che i cinghiali sono simpatici. Io ci sono arrivato da alcuni anni ma ancora non ho il coraggio di confessarlo alla mia famiglia.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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