Oggi è San Saturnino. Per quasi tutti gli scolari cagliaritani sinonimo di vacanza dalle lezioni.
Ma chi devono ringraziare gli studenti per questo regalo inaspettato a nemmeno due mesi dall’inizio dell’anno scolastico? La risposta è un arcivescovo del Seicento, ex inquisitore, archeologo improvvisato e grande sostenitore della superiorità di Cagliari su Sassari… Possibile? Vediamo di capirci qualcosa… Nel 1574, a seguito del Concilio di Trento e dell’importanza della proclamazione del culto dei santi e dell’onore da tributare alle loro reliquie, lo screzio fra le due città isolane si estese alla sfera religiosa, soprattutto in relazione alla polemica per il ruolo di Primate di Sardegna e Corsica, che entrambe avevano iniziato a rivendicare, inserendosi nella questione controriformistica. Tra le motivazioni figuravano la maggiore antichità della sede episcopale e il più cospicuo numero di martiri. L’inevitabile conseguenza delle decisioni assunte in sede conciliare, che assumevano un valore normativo, costituiva l’inizio di un processo di ricerca delle origini per poter ostentare un blasone cittadino più antico e illustre possibile. L’autorità ecclesiastica romana indicava non solo come legittima la venerazione dei martiri, ma anche meritoria, incoraggiando i vescovi delle singole diocesi a riscoprire le tombe degli eroi della Fede per indicarle come modelli, e anche Filippo II nel 1564 ordinava che in tutto il territorio dell’impero fossero applicati i decreti del Concilio, naturalmente fatti salvi i diritti della corona. Nel 1614, l’arcivescovo di Sassari Gavino Manca de Cedrelles diede il via a una sistematica caccia alle reliquie, ordinando di scavare nella basilica turritana per ritrovare i resti dei martiri ivi venerati, dove la tradizione riferiva essere stati traslati dall’originario sepolcro nell’XI secolo. Il ritrovamento dei residui di scheletri umani, avvenuto scavando davanti all’altare maggiore, suscitò emozione e causò la costruzione di un oratorio sotterraneo. L’anno seguente, l’arcivescovo turritano fornì al re di Spagna Filippo III una relazione corredata da un opuscolo stampato a Madrid, sottolineando come la città vantasse una maggiore antichità rispetto agli altri centri dell’isola. Alla fine dello stesso anno iniziarono gli scavi sistematici a Cagliari, a cura dell’arcivescovo Desquivel, che guidò i nuovi crociati delle reliquie brandendo lui stesso gli attrezzi dell’archeologo. Perché Sassari deve vantare presso il re meriti inesistenti? Cagliari non è forse stata luogo di martirio già in età imperiale e sede addirittura di vescovi e papi? L’ardente prelato trovò una lapide con la scritta + S….INUM…, e la interpretò come sancti innumerabiles, impose che venissero ritenute iscrizioni di martiri numerose lastre, sulla base di un’errata procedura di lettura, laddove per esempio l’apostrofo, semplice segno d’interpunzione, venne interpretato come un cuore trafitto, o le lettere BM come abbreviazione di beatus martyr, invece che di bene merenti o bonae memoriae, e fece realizzare ad hoc diverse altre epigrafi… Così, dopo i primi abbondanti rinvenimenti attorno all’antica basilica di San Saturnino, l’indagine venne estesa all’area circostante dove – accogliendo la tradizione – si riteneva fosse stato sepolto Lucifero, il vescovo impegnato nella lotta antiariana nel IV secolo, deposto prope ecclesiam calaritanam, indicazione topografica che si era sempre riferita alla chiesa più importante, cioè la già ricordata San Saturnino, non essendo noto per i tempi altro edificio. Gli scavi restituirono tre mausolei, ritenuti chiese sotterranee, nei quali si credette di aver ritrovato le sepolture dei Santi Lussorio, Cesello e Camerino e soprattutto di San Lucifero, scoperte che crearono grande scalpore per l’epoca, tanto da essere solennizzate con fastose cerimonie alla presenza delle più alte cariche civili e religiose del regno e della città. Il rinvenimento, ormai, di una quantità assai ingente di presunti martiri cagliaritani portò all’allestimento di una Cripta sotto al presbiterio della Cattedrale per accogliere il cosiddetto Santuario dei Martiri, scavato nella roccia, accessibile da due scale, intitolato alla Madonna Regina dei Martiri, e consacrato con una processione nel 1618, alla presenza di autorità, gremi, confraternite, ordini religiosi, nel momento in cui avvenne la solenne traslazione delle reliquie… Nel 1621 vennero scoperte e trasferite nel santuario anche le reliquie di San Saturnino, che si riteneva fossero ancora conservate in un sarcofago rinvenuto in una cappella a destra del presbiterio dell’antica chiesa. L’individuazione era stata giustificata dal nome riportato su un’iscrizione eseguita in caratteri gotici, che non era relativa evidentemente alla sepoltura originaria, ma che risultava apposta in occasione di una successiva sistemazione, effettuata nel corso di lavori nella chiesa verosimilmente durante il Medioevo, come indicherebbero anche le epigrafi relative ad altri martiri. Nonostante questo, Francisco D’Esquivel celebrò solennemente il ritrovamento e, spostata la data del martirio, e quindi della festa, di San Saturnino al 30 ottobre, dichiarò il Santo patrono della città di Cagliari.
Questa la storia, o forse la leggenda… perché le fonti, in realtà, dicono altro, nient’altro di più del fatto che secondo una tradizione locale Saturnino è definito Martire, e su questo si narra una leggendaria Passione. Gli storici però osservano che tale tradizione è piuttosto tardiva, risalendo al Mille. Sembra costruita a posteriori per dare un volto e una storia al Santo al quale era dedicata l’antica basilica. Per di più, il racconto della Passione di San Saturnino di Cagliari ricalca quello di un altro San Saturnino, quello di Tolosa. Più probabile è invece l’ipotesi che vedrebbe in San Saturnino un Martire africano venerato in Sardegna, dati i frequenti contatti tra l’isola e le regioi mediterranee del continente africano. Ma di quale Saturnino Martire africano può trattarsi? I Martiri di questo nome sono piuttosto numerosi, e nessun indizio aiuta a scegliere quello giusto, o almeno probabile. In conclusione, la personalità storica di San Saturnino di Cagliari è nebulosa, anzi francamente oscura. Resta la realtà del suo culto millenario nell’isola forte e generosa, e la sostanza di un monumento fuori del comune, a Cagliari, che ne ricorda la gloria e ne celebra i fasti, aggiungendo alla suggestione della leggenda e al calore della devozione il tocco fiorito della bellezza. E allora? E allora niente, accontentiamoci di ringraziare l’ardore frenetico di un arcivescovo del Seicento, desideroso di superare la Chiesa di Sassari per antichità, devozione e numero di santi e di martiri e godiamoci questo gradito giorno di vacanza…
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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