Dentro il nostro piccolo mondo antico ci ha lasciato chi quel mondo lo presentava con gentilezza, con tranquillità, con candore. Oggi il termine “signorine buonasera” è utilizzato soprattutto per indicare ragazze ben truccate, con tailleur, molto statiche. Ai nostri tempi le signorine annunciatrici rappresentavano la separazione del mondo: venivano dopo carosello e quindi i bambini andavano tutti a nanna. Anna Maria Gambineri ha tolo il disturbo con signorilità, silenzio, circospezione, senza alcuna presentazione. Quell’acconciatura perfetta e bionda, quel sorriso rassicurante quando ci raccontava i programmi della serata, rigorosamente in bianco e nero. Di lei (e delle altre annunciatrici) ho due ricordi legati alla mia infanzia. Il primo era di rabbia perché quando apparivano loro significava per noi, ragazzi di ieri, prendere la via del letto e non poter guardare i programmi “dei grandi” che iniziavano alle 20.40, dopo il famoso carosello. Il secondo ricordo è legato a mio nonno, seduto sulla poltrona in similpelle, che ogni qualvolta la signorina si presentava dicendo “buonasera” lui, mio nonno – non ho mai capito se lo faceva seriamente – rispondeva con gentilezza e un sorriso al saluto con un sonoro “buonasera”. Quello strano gesto, quel “rispondere alla televisione” come direbbe Eudardo, è un rito che di tanto in tanto utilizzo anche io per ricordare mio nonno. Il problema, però, è che non c’è più nessuno che ti augura la buonasera con la stessa semplicità, con il giusto calore che utilizzava Anna Maria Gambineri.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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