Quando sento Salvini che con disprezzo pronuncia la frase “aiutiamoli a casa loro” mi monta l’incazzatura, e ancor più quando leggo suoi emuli che hanno imparato poche cose dalla vita, poche e inutili cose, come il disprezzo per chi non appartiene alla loro razza (una razza inferiore), l’egoismo di chi non conserva la memoria di come eravamo e di cosa siamo stati, la perfidia di chi parla alla pancia dei miserabili per accrescere il consenso (lo chiamano populismo, oggi) che sta contagiando anche molti amministratori che dicono di essere di sinistra (basta leggere le “gesta” di qualche sindaco). Parallelamente, accanto a noi, esistono tante belle persone, tanti giovani che fanno sperare che l’umanità abbia ancora margini di miglioramento, giovani che, in maniera del tutto disinteressata e a proprie spese, si dedicano ad aiutare quell’umanità che in maniera incolpevole subisce ingiustizie, guerre, miserie e emarginazione. Avete sentito parlare di “Un ponte per” e di “Parada”? Sono due associazioni nate oltre vent’anni fa. La prima per portare solidarietà alla popolazione civile dell’Iraq dopo i bombardamenti degli eserciti occidentali, la seconda nata a Bucarest dopo la caduta di Ceausescu che ha lasciato, tra le macerie di un regime totalitario, megalomane, corrotto, una tale miseria che molte famiglie, soprattutto nelle campagne e nelle periferie urbane, furono costrette ad abbandonare i figli per l’assoluta incapacità a sostenerli. Bisogna ricordare che il regime di Ceausescu, nella sua folle megalomania, aveva imposto leggi contro l’aborto e ogni tipo di contraccezione per favorire, secondo le intenzioni, il raddoppio della popolazione nell’arco di pochi anni. Il risultato, dopo la fuga del dittatore, fu che la politica, la stessa che deteneva il potere ai tempi di Ceausescu, non è stata in grado di affrontare i problemi ereditati dal passato e soprattutto a dare risposte alla miseria dilagante. Il fenomeno dell’infanzia abbandonata di Bucarest era conosciuto in tutto il mondo: decine e decine di bambini e ragazzi che di notte vivevano nei sotterranei della città, riscaldati dai tubi dell’acqua calda, e di giorno emergevano dai tombini per guadagnarsi qualche spicciolo lavando vetri ai semafori, prostituendosi, rubando, bevendo o drogandosi sniffando colla. Si deve a Miloud Oukili, un clown franco-algerino, il recupero e il riscatto di tantissimi di quei ragazzi. L’associazione da lui fondata, Parada appunto, raccoglie ormai centinaia di giovani, ragazzi di Bucarest e volontari di diversi Paesi, che portano la loro esperienza circense nelle città, autofinanziano la loro attività e sensibilizzano l’opinione pubblica ai problemi legati all’emarginazione e all’abbandono. Anna Fraghì e Luca Maricca sono due di questi volontari. Sono due giovani portotorresi che nei mesi scorsi, con Parada e con “Un ponte per”, hanno prestato la loro esperienza a favore dei bambini siriani che vivono nel campo profughi di Arbat, nel Kurdistan irakeno, oltre duemila bambini tra i settemila sfollati di una guerra alla quale siamo ormai assuefatti. Dipendente della libreria Koinè Luca, e titolare di un negozio di articoli sportivi Anna, i due giovani sono rimasti qualche settimana ad alleviare sofferenze, ad animare gruppi di giovanissimi, a formare altri volontari che prestano il loro tempo a favore dei più sfortunati. Ecco, di fronte alle tante minchiate che sparano i vari Salvini, Meloni, Grillo, Pili e iene e sciacalli, esistono anche giovani come Anna e Luca, giovani di cui essere fieri, giovani che rappresentano uno spiraglio di umanità in una società che ha ancora troppe sacche di egoismo da sconfiggere.
Grazie di esistere, ragazzi!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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