Il silenzio raggomitola i pensieri di entrambi in un filo doppio e sottile. Le mani, nodose, ostentano il contatto. Non sono mani acerbe e adolescenti, non sono alle prime armi. Avevano sfiorato e sentito e annusato e baciato e accarezzato altra carne e adesso, come d‟incanto, pur provando una specie di vergogna, lievitano e formano una sottile patina di dolcezza che riaffiora dentro la polvere degli anni e le trasporta, unite, indietro. È come ritornare al 1977, magari sulle note di Claudio Lolli che intona “il giorno di solito che cominciava sporco, come l’inchiostro dei nostri giornali”, che tenevamo raggomitolati dentro il K2: Lotta continua e il Quotidiano dei lavoratori. A leggere tutti gli articoli di tutte le pagine, nessuna esclusa senza neppure un attimo di tregua, di quei quotidiani meravigliosamente e terribilmente densi, senza neppure una goccia di pubblicità e poche fotografie. Solo qualche vignetta. Le mani che camminano e ricercano la pelle calda e la scoprono per la prima volta – Dio perché non siamo riusciti ad incontraci prima –, il volantino che andava riscritto e ricorretto perché i termini sono importanti. Noi non possiamo sbagliare, non possiamo permetterci di sbagliare. Noi siamo quelli dalla parte giusta, dalla giusta causa, l’unica possibile per tutti. Per le masse. Noi siamo i depositari del pensiero di Pasolini e di Sciascia e di Sartre e di Barthes. Siamo noi che decidiamo quello che si deve leggere e quello che non si può leggere. I pensieri giusti sono quelli che ci racconta Mao e la via culturale passa attraverso la Cina. Che nessuno di noi sapeva dove diavolo si trovasse questa immensa distesa di comunisti felici e che cosa facessero per essere così contenti, così giulivi, cosi tutti terribilmente uguali. Le mani che passeggiano lente, sentono palpitare gli attimi che senza fretta si costruiscono e giungono, finalmente, a sfiorarsi, a toccarsi sul serio, ad arrampicarsi sui corpi, dopo una vita trascorsa a rincorrersi e dimenticarsi. Una volta si mettevano in campo solo i martiri e gli eroi. Erano indiscutibili. I partigiani e i compagni che, anche solo per qualche giorno, avevano lavorato in fabbrica o per i campi. Compagni contadini uniti nella lotta. Sono arrivate ad unirsi e stringersi. Finalmente. Sempre più forte. A toccare i vestiti che fuggono, si smaterializzano. Adesso il caldo e il sangue e le labbra e tutto diventa caldo, vaporoso, intenso. Tutto pulsa. La sera si discuteva sempre più spesso del compagno Berlinguer e del suo errore del 1973: il compromesso storico che nessuno di noi amava e il suo strano richiamo alla politica di austerity, noi che eravamo per volere tutto subito e per ottenerlo eravamo disposti all’assalto al cielo. I compagni che bruciano la sede missina del Fronte della gioventù è l’inizio della guerriglia con le forze di polizia. Incominciano le varie occupazioni di quella primavera livida e qualcuno comincia a starci male dentro quella strana riserva degli indiani metropolitani. Adesso i contorni sono più chiari e riesco ad analizzarli. Le mie mani hanno sempre avuto la necessità e la certezza che tutto fosse come lo avevo immaginato. Da sempre. La sua bocca, il suo collo lungo e forte. Il suo seno. Il sapore della pelle e la voglia di sondare e raggiungere il mio più grande ed antico sogno. Era un venerdì. Non era il diciassette. Non siamo stati mai superstiziosi noi che dovevamo conquistare il mondo. Non ne avevamo il tempo né l’opportunità. A Bologna l’undici marzo, di venerdì, i carabinieri d’un governo infame hanno assassinato un nostro compagno. Questo il titolo a tutta pagina di Lotta continua. Francesco Lo Russo, studente, militante di Lotta continua, è stato ucciso a Bologna dai carabinieri che difendevano gli squadristi di Comunione e Liberazione. Che, a rileggerlo oggi, se non fosse perché un ragazzo è stato ucciso, ci sarebbe da sorridere. Tutto si poteva scrivere dei ciellini, tranne che fossero squadristi! Adesso le labbra si riconoscono e riassaporano il sale di quegli anni, di quando si trascorrevano le serate in passeggiata, al Bar 76, a bere birra e fumare Muratti-Ambassador o, quando non c’erano i soldi, Nazionali senza filtro. Quel bacio oggi, così pulito, così casto, ha tutto il sapore del tabacco marcio e forte di quei benedetti anni. I giornali di marzo. Dicono tante cose. Scrivono anche un testamento, il testamento più lucido che nessuno aveva, quel giorno in Parlamento, compreso fino in fondo: “Per tante ragioni, colleghi che ci avete annunciato il processo sulle piazze, vi diciamo che NOI… non ci faremo processare… e non sottovalutate la grande forza dell’opinione pubblica… che da più di tre anni trova nella democrazia cristiana la sua espressione e la sua difesa”. I giornali del marzo 1977. Poi Aldo Moro, quello che urlò quel testamento, solo un anno dopo subì un rapimento e un processo farsa. Lui, almeno, non si fece processare per davvero. I nostri corpi ascoltano i rumori che non ci sono in una Roma sonnacchiosa del pomeriggio, dentro un albergo vicino al Vaticano. Le contraddizioni che cominciano ad affiorare in questa stanza acquario, i fantasmi che appaiono e scompaiono e disegnano – in questa foto istantanea – un magistrato con una brigatista. Questo sembra essere il quadro precostituito, quello che tutti potrebbero vedere aprendo quella porta. Stasera. Ma noi non siamo. Non siamo dentro questa stanza. Siamo un po’ lontani a riprenderci i nostri anni. Noi siamo tornati indietro decidendo di nascondere le rughe dei ricordi, a rinvangare attimi che furono mesi e anni e dove, in quel momento, le nostre strade erano le stesse e nessuno avrebbe mai pensato che avrebbero dipinto, per noi, un’altra storia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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