Stavo tornando a casa dopo aver portato mio figlio al lavoro, custode del parcheggio di una caotica spiaggia della Costa Smeralda.
In auto c’era anche la sua ragazza. Aveva deciso di stare con lui per quelle sei ore, di condividere con lui l’asfalto bollente, il caldo, i turisti isterici, la stanchezza.
Poteva andare al mare per i fatti suoi o dormire fino a tardi alla brezza leggera del condizionatore, invece no.
Mi è sembrata una suprema prova d’amore, l’amore assoluto dei giovani.
Poi, quasi arrivato a casa, ho visto M.
M. aveva appena parcheggiato la sua utilitaria grigia al margine di una via deserta.
In paese, alle dieci di mattina di una domenica d’agosto, non ci trovi nessuno.
La gente corre al mare, chi non può si tappa in casa in mutande e i bar sono chiusi.
L’aria è immobile e il silenzio fa persino paura.
M. era elegantissimo, quasi come uno atteso da una cerimonia.
Andavo piano. L’ho visto scendere, guardarsi attorno, sistemare la camicia passandoci sopra il palmo della mano ben teso.
L’ho visto riaprire lo sportello ed estrarre un mazzo di fiori. Procedendo più lentamente che potessi ho pure fatto in tempo a vederlo imboccare il viale del cimitero, con passo marziale, i fiori proiettati in avanti dal braccio teso come uno che debba chiedere la mano alla fidanzata.
Nelle quiete della domenica d’agosto mi sembrava persino di sentire il risuonare dei suoi passi, all’ombra degli alberi lunghi.
Non aveva affatto una faccia triste.
Il resto posso solo immaginarlo.
M. aveva una moglie, mancata una decina d’anni fa. Il loro dev’essere stato un amore travolgente.
Da allora M. va a trovarla ogni giorno, anche nelle domeniche d’agosto, quando al cimitero non va nessuno.
Si presenta elegantissimo e con i fiori, come si fa quando si vuole coltivare un amore che non è mai finito, ogni giorno come fosse il primo.
Quei fiori colorati, freschi, sono una passione mai appassita.
In fondo non è che una domenica come tante, come quando M. e la moglie si preparavano ad uscire.
Lei, alta e slanciata, scarpe con i tacchi e un vestito di festa.
Lui, minuto e distinto, impeccabile come sempre.
In una mattinata ho sentito vibrare l’amore assoluto dei giovani e poi quello immortale, invincibile, più forte della presenza fisica.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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