La signorina ha un sorriso distinto. Quasi d’altri tempi. Lo sguardo è quello distante, professionale. Potrei dire qualcosa, giusto per passare il tempo. Ma gli attimi si consumano e il respiro è sempre più lento. Sono quei momenti di vita sospesa dove i ricordi camminano veloci e cominci a rimettere le caselle della vita quotidiana. Cominci a pensare molte cose mentre quello sguardo ti passa davanti. Magari ho sbagliato qualcosa. Forse nel mettermi le mani in tasca. O, forse, a mormorare quasi distrattamente: “Ecco”. La voce. Forse è la voce che non ha funzionato. Non sono stato troppo convincente. Non sono stato troppo sicuro. In effetti sono i momenti in cui la certezza deve essere l’unica possibilità che ti resta. Non puoi semplicemente dire: “Succede quasi sempre,” e aggiungere “Probabilmente è l’orario”. Ti guardi intorno. L’attesa è snervante e l’ansia comincia a tirarti la giacca. Ma potevo starmi zitto? Le parole sono importanti. Che mi è venuto in mente? Adesso, sono sicuro dirà: “Riproviamo?” Ed io? Che figura ci faccio, io? Con la mia aria da intellettuale compassato, da persona assolutamente affidabile. Riproviamo significa accettare il fallimento, ammettere che qualcosa non ha funzionato. E quel qualcosa sei tu. L’imbarazzo comincia a salire, la saliva comincia a mancare. Non ci faccio una bella figura. Sto quasi per dire: “Proviamo con questa?” quando, miracolosamente tutto si sistema. Il rumore si riappropria di quella scena muta e il sorriso distinto della signorina si illumina. “Ecco il suo bancomat. A volte, la linea telefonica si intasa e sembra non funzioni, niente di cui preoccuparsi”. Mi riprendo la carta e accenno anche io ad un sorriso di circostanza. Ho sempre il terrore che queste operazioni finiscano male e possa uscire uno scontrino che dica: “lei sta barando, non ha i soldi, si vergogni.” Poi tutto passa e il bancomat ritorna nel portafoglio. Guardo con soddisfazione lo scontrino. L’operazione è perfettamente riuscita ed è stata certificata. I contanti forse sono più veloci ma vuoi mettere l’adrenalina che riesce a darti uno stupendo bancomat?
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design