Perché, a parer mio, l’intervento di Veltroni è irricevibile. Egli è tra i principali responsabili dell’affossamento del secondo governo Prodi, della scomparsa o giù di lì del concetto stesso di sinistra, della espulsione della sinistra di alternativa dalle istituzioni parlamentari. E si è reso autore di giravolte e abiure intollerabili. La prima delle quali: “Mai stato comunista. Si poteva stare nel PCI senza essere comunisti.” Ma a parte queste amenità, salve le opinioni di ciascuno, ricapitoliamo i fatti.
Tra il 2006 ed il 2008 una (risicata) maggioranza di centrosinistra sosteneva il secondo governo Prodi. Ulivo+Comunisti (PRC e PDCI)+verdi+socialisti/radicali+Udeur+IDV . Ulivo aveva più del doppio di tutti gli altri insieme. Si discuteva e talvolta litigava molto in maggioranza. Ma le cose (non tutte gradite a tutti) si facevano. Nell’autunno 2007 Veltroni, sì proprio lui, proclama la fine della coalizione, la nascita del PD partito autosufficiente e “a vocazione maggioritaria”. Licenzia Prodi e il suo governo. Va alle elezioni alleandosi con Di Pietro (che ci regalò nel 2006 il senatore De Gregorio poi comprato da Berlusconi e nel 2008 Scilipoti e Razzi) e le perde rovinosamente contro Berlusconi, non prima di avere invocato il voto utile che, con lo sbarramento al 4% e grazie anche a un bel po’ di errori dei diretti interessati, cancella dal parlamento la allora detta sinistra radicale. Veltroni, in un colpo solo, riesce a far cadere Prodi, perdere le elezioni, consegnare l’Italia a Berlusconi, sterminare i comunisti e spostare il PD verso destra. Da quel momento il PD avvierà un’ampia e organizzata rimozione dei “parenti poveri”, passando da partito non più comunista a partito a-comunista a partito anti-comunista. A ogni giro elettorale anche regionale o comunale (non dappertutto ma quasi) escluderà la sinistra c.d. radicale dalle alleanze, cercando di assorbirne l’elettorato e qualche quadro in cerca di fortune personali. Le organizzazioni politiche a sinistra del PD scompaiono dai radar e dai media grazie anche alla sapiente campagna di Repubblica e soci, con slogan tipo “basta con le ideologie novecentesche”, “non esistono più le classi sociali”, “nessuno dovrà più pensare al lavoro fisso”, e via discorrendo. Poi arriva uno più furbo e spregiudicato da Rignano e se li fotte tutti uno ad uno, compreso il furbo D’Alema, l’antiquato Bersani, la Bindi e le nuove leve Fassina, Civati, Cuperlo (usato sicuro). E Veltroni rintronato dalle botte ma conseguiti ormai i vitalizi, si ritira a fare lo scrittore e il regista. Abbastanza male, peraltro. Sulla politica nulla. Renzi sposta il partito definitivamente a destra (patto del Nazareno, governo con Alfano). Lui muto. Il PD spostato a destra fa politiche di destra liberale e liberista. Che falliscono sul piano sociale. L’eredità delle richieste della sinistra popolare la raccolgono M5S e la Lega. Che però, spesso ma non sempre, danno risposte di destra. Come Mussolini fece con il naufragio della sinistra parlamentare negli anni 20 del secolo scorso. Ora che il danno è fatto occorrerebbe rimediare. Il silenzio di chi ha innescato il danno sarebbe il minimo. Perché c’è chi, con molte meno responsabilità di lui, si è consegnato ad un decoroso autopensionamento.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design