Chissà perché ho pensato alla poesia di Pasolini “Alì dagli occhi azzurri” e chissà perché ho sorriso davanti alla favola a lieto fine accaduta ad Alghero, la mia città, dove il turismo, le feste, l’accoglienza, sono certamente di casa ma dove le favole non funzionano sempre. Così Alì, un senegalese, uno dei tanti “figli di figli” sceso a quattordici anni sulla nostra terra, oggi ha un sorriso indelebile scolpito sul volto. Quello stesso sorriso che lo ha accompagnato da sempre e che molti (algheresi e turisti) conoscevano bene. Perché Alì aveva il suo piccolo “negozio” davanti alla Conad di via DOn Minzoni, un supermercato molto frequentato a ridosso della spiaggia del Lido. Alì sostava quotidianamente da quelle parti, provava a vendere le sue piccole cose, aiutava a spostare carrelli, trasportare buste della spesa, pacchi. Si aspettava un compenso, certo, ma regalava un sorriso che non è mai facile di questi tempi. Poi un controllo, gli uomini della finanza si avvicinano al suo fragile “negozio” e, chiaramente non tutto è regolare. Meglio, nulla è regolare. Sequestro della merce e fine del sorriso. Alì dagli occhi azzurri, con il germe della storia antica, quegli occhi azzurri che gli servono per implorare, con quell’andamento sempre umile, sempre debole, sempre timido, con l’idea che hanno tutti di queste storie e vedono Alì colpevole, infimo, furbo. Alì, invece, insegue soltanto la gioia di vivere, voleva insegnare ad essere libero e voleva raccontare a tutti come è facile, a volte, essere fratelli. Alì è dunque l’incarnazione pasoliniana di quella favola, di quella poesia scritta per Jaean Paul Sartre, Alì è la favola da raccontare e, ancora una volta, qualcosa accade tra il mare e la storia, tra il mare e la vita. Il direttore del Conad decide che quel sorriso può essere “assunto” all’interno del suo locale e Alì diventa dipendente, diviene il raccordo naturale tra la favola e la realtà. Ecco, se ci servono le favole per continuare a credere negli uomini questa è quella giusta. Quella di Alì e dei suoi occhi azzurri, dei suoi sorrisi, della sua voglia di esserci a tutti i costi in una città come Alghero tra la felicità e il mare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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