Anni fa un amico, bravissimo ingegnere e appassionato di cazzate almeno quanto me, mi raccontò un aneddoto relativo a una lezione universitaria a cui aveva assistito. Si parlava di statistica e calcolo delle probabilità e il professore, ragionando di eventi altamente improbabili come la possibilità di prendere un aereo su cui un terrorista avesse imbarcato una bomba, fece questo esempio: “Già le probabilità che su un aereo di linea ci sia una bomba sono bassissime (basti pensare a quanti aerei partono ogni ora nel mondo e a quanti pochi attentati avvengono); che di bombe ce ne siano addirittura due, portate da due persone diverse per scopi diversi, è praticamente impossibile; allora, per stare proprio tranquillo, quando viaggio in aereo una delle due me la porto io, così sono sicuro che proprio su quell’aereo sarà praticamente impossibile che ce ne sia un’altra”. Oggi si è avuta notizia di un blitz della Polizia in varie regioni, e dello smantellamento di cellule affiliate ad Al Quaeda. Addirittura si parla dello smantellamento di una base operativa a Olbia. Pare che i signori arrestati fossero abituati a fare arrivare clandestinamente i loro collaboratori in Italia, imbarcandoli su aerei di linea con passaporti falsi. Mi è tornato in mente l’aneddoto del professore di statistica e ho pensato che i terroristi arrestati devono aver fatto lo stesso ragionamento: “Quell’aereo è certamente sicuro, visto che di terrorista a bordo ci sono già io, ed è impossibile che ce ne siano altri”. Certo, perché con quello che costa ad Al Quaeda addestrare un combattente, una cellula operativa, un hacker è chiaro che facciano il possibile per farlo viaggiare in sicurezza, su un aereo di linea. Non sono mica così minchioni da caricarli su un barcone! Il problema ora è farlo capire a Salvini e a chi gli dà retta. Ma ho paura che la statistica non sia nelle loro corde.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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