Oggi domenica 9 dicembre alle ore 19 al Teatro Parodi di Porto Torres per il terzo appuntamento del Festival “Etnia e Teatralità”, organizzato dalla compagnia Teatro Sassari, Teatro Zeta dell’Aquila presenta “Il Veleno del Teatro”, del drammaturgo valenzano Rodolf Sirena, per la regia di Brando Minnelli. Si tratta di una piecè che descrive l’incontro fra due mondi, la borghesia in ascesa e l’ormai decaduta – o decadente – nobiltà, incarnate, la prima da un giovane e ambizioso attore di successo, la seconda da un aristocratico, espressione di una élite di potere ormai condannata alla fine ma ancora custode di antichi valori e ideali, tra cui l’amore per la verità – e che fa della spietata “sincerità”, una virtù. Sullo sfondo la Francia di fine Settecento, alle soglie della Rivoluzione Francese, dopo il fulgore dell’Età dei Lumi e il trionfo della ragione, per un duello di parole che indaga il senso stesso del fare teatro, la sua capacità di evocare atmosfere, storie e personaggi per farli “vivere” sulla scena, di mostrare gli aspetti più oscuri e inquietanti della natura umana, di esorcizzare i propri demoni attraverso la catarsi – al di là del bene e del male. La sfida che l’aristocratico propone al famoso attore si rivela via via più ardua e pericolosa: se l’invito a tenere una recita privata su “La morte di Socrate” a qualunque prezzo lusinga, né potrebbe essere altrimenti, la vanità del giovane interprete, suscitando la sua curiosità, ma anche l’opportunità di far sfoggio della sua bravura e del suo talento legati alla prospettiva di un ingente guadagno, le aspettative dell’anfitrione superano i confini della verosimiglianza e le consuetudini teatrali per tendere all’assoluto, alla verità della “fine”. Insomma la simulazione non pare sufficiente al nobiluomo che – in una sorta di profetica anticipazione dei reality show – pretende dal suo ospite un’esecuzione perfetta del suicidio del filosofo greco, quasi volesse spiare nei suoi occhi il volto stesso della morte. Un desiderio non esaudibile se non al costo di una vita, quindi un estremo “sacrificio” in nome della bellezza, o forse paradossalmente della purezza e autenticità dell’arte. Un gioco “perverso” ma intrigante sul filo della suspense in cui la provocazione intellettuale s’intreccia con la tensione emotiva, nello scontro fra due mondi, quello aristocratico e quello della borghesia in ascesa. Ne sono interpreti Emanuele Morgese e Salvatore Della Villa. Scene e costumi di Lorenzo Catuli. Per info e prenotazioni telefonare allo 079/200267, al 349/1926011 e al 336/817361. Patrocinio Regione Sarda, Fondazione di Sardegna e Comune di Porto Torres.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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