Gettare le monetine nella fontana di Trevi è un rito che effettuano moltissimi turisti di passaggio per Roma: sperano di poter ritornare, un giorno, nella città eterna. E’ probabilmente un gioco, un auspicio, una credenza popolare o solo un modo di raccontare al mondo il passaggio da quelle parti. Le monetine sono di molte nazioni e quindi non solo Euro. Dal 2001, a seguito di un accordo con l’allora giunta Rutelli, quelle monetine erano destinate alla Caritas che in 18 anni ha pagato le bollette alle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. La raccolta valeva 4.000 euro al giorno. Aveva ben compreso il problema il grande Totò quando riuscì a piazzare all’ingenuo americano la fontana di Trevi. Era, davvero, un buon investimento. Così deve aver pensato anche la giunta Raggi che ha deciso di far suo il malloppo quotidiano sottraendolo alla Caritas e destinandolo al Comune che, attraverso dei bandi, finanzierà progetti sul sociale. La decisione non fa una grinza: A Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare. In questo caso le monetine dei turisti sono di proprietà di Cesare e non della chiesa. Sorge però un piccolo dubbio: siamo davvero sicuri che quei soldi serviranno davvero per ostacolare la povertà? Saranno così determinati i funzionari comunali a salvare le persone indigenti? Può essere. Sarebbe stato bello, forse, lasciare quei soldi alla Caritas che annualmente rendicontava e dava conto delle spese. Era un bel reddito di cittadinanza da parte di molti cittadini extracomunitari (turisti, ma sempre extracomunitari) nei confronti di romani in difficoltà. Ecco, ci aiutavano a casa nostra e forse questa cosa non è stata gradita.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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