Ma lo sapete che anche in Costa Smeralda esistono i poveri? Persone senza una casa ed un lavoro, impossibilitate a garantirsi un presente ed un futuro accettabili. Ci sono sempre state, ma di anno in anno sono sempre di più. Macerie di quella bolla economica gonfiata dall’improvviso boom del turismo, ma poi esplosa quando i cantieri edili sono spariti perché le villette a schiera restavano invendute. Oppure gente incapace di provvedere a sé stessa perché natura e destino così hanno voluto. O magari sono solo dati statistici fisiologici per qualunque comunità: i clochard esistono anche a Montecarlo o ai margini di Beverly Hills, ai piedi di un tavolo apparecchiato generosamente c’è sempre un mendicante che chiede le briciole
Comunque sia. Ad Arzachena, Comune della Costa Smeralda, in pochi anni si è materializzata una baraccopoli, tuguri di legno e lamiera o roulotte in cui hanno trovato rifugio molte famiglie. Sono state erette tra il circolo tennistico e le ville di un quartiere residenziale, sistemazioni precarie per l’igiene e la dignità umana.
Ora, a questi nuovi poveri pensa un ambizioso progetto dell’Assessorato comunale ai Servizi sociali, già approvato dalla Regione Sardegna. Si chiama “Fattoria sociale” e prevede di mettere a disposizione di queste persone venti alloggi e i terreni comunali di Monti Aguisi, nelle campagne lambite dalla circonvallazione urbana. Dove, venti anni fa, costruirono un galoppatoio oggi abbandonato.
Le persone in condizioni di indigenza avranno a disposizione un alloggio, servizi igienici, campi da coltivare per farne orti e vigne. Potranno anche avviare una fattoria didattica, per mettere a disposizione la loro conoscenza e l’esperienza maturata in questo cammino. È prevista la nascita di percorsi di Pet Therapy, cioè di cura di alcune patologie attraverso la pratica di sport equestri. La Fondazione Banco di Sardegna ha già erogato 500 mila euro per il primo triennio, altri 64 mila sono arrivati dalla Regione Sardegna, metà del milione di euro necessario a completare l’iniziativa.
Il progetto mira a raggiungere l’autosufficienza: la Fattoria sociale dovrà vivere dei propri servizi, di allevamento e agricoltura. Potrà anche non funzionare, ma lo sforzo è significativo e ha un suo preciso orizzonte culturale: non ci si può dimenticare della terra e dei saperi di chi la lavora e ne estrae i frutti. Anche se si vive in Costa Smeralda, anche se per qualche decennio ci si è illusi che quei suoli fossero buoni solo se ridotti a lotti edificabili.
“Certamente non è mia intenzione spostare i problemi da una parte all’altra del territorio facendo finta di risolverli – precisa l’assessore Maria Giagoni – né creare ghetti in cui rinchiudere e dimenticare le persone. Questo progetto è moderno, a mio avviso degno di una società civile, democratica ed inclusiva”.
La solidarietà tesa all’emancipazione è una condizione irrinunciabile per una società che voglia considerarsi civile. Bisogna coltivarla, proprio come la terra, senza curarsi degli animi aridi che vedono nell’assistenza solo denaro rubato alla comunità.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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