Sono Francesco Giorgioni, direttore di Sardegnablogger.Nel 2016 avevo ricevuto una querela per il post “Omertà, paura, Stato” pubblicato su questa testata e ancora consultabile nel nostro archivio.Ero stato accusato di diffamazione a mezzo stampa dai magistrati Andrea Garau e Elena Pitzorno, al tempo, rispettivamente, Procuratore della Repubblica di Nuoro e Procuratore del tribunale dei minori di Sassari.Il mio commento, riassunto in quel titolo, trattava di quel che era seguito all’omicidio di Gianluca Monni, il ragazzo di Orune assassinato un anno prima. Avevo sentito l’esigenza di una riflessione sull’andamento delle indagini e su alcuni aspetti che i magistrati avevano evidenziato nella conferenza stampa seguita all’arresto delle persone incriminate.Non entrerò nel merito della vicenda, nel senso che non parlerò delle mie ragioni. Le parole possono essere interpretate e spesso la percezione che se ne ricava cambia sensibilmente da persona a persona.I due magistrati, difesi dall’avvocato Ivano Iai, avevano colto in quel post un attacco alla loro dignità professionale. Il mio avvocato, Andrea Viola, anch’egli componente di questa redazione, ha sempre cercato di dimostrare che non fosse quella la mia intenzione.Nel 2018 sono stato rinviato a giudizio.Il 17 maggio di quest’anno – curiosamente il giorno del mio cinquantesimo compleanno – ho affrontato la trasferta di Roma assieme a Alba Rosa Galleri, Cosimo Filigheddu e Luca Ronchi, che si erano offerti di testimoniare in udienza.Il tribunale competente, infatti, era quello della capitale.Il 28 settembre era prevista un’ulteriore udienza, ma a quel punto l’avvocato Iai aveva riferito ai suoi assistiti la ricostruzione dei fatti emersa dalle mie dichiarazioni e dalle testimonianze.E così il dottor Garau e la dottoressa Pitzorno hanno deciso di ritirare la querela, credendo nella mia buona fede.Dopo cinque anni sono stato dunque prosciolto e la questione definitivamente chiarita.Sono incidenti che possono capitare, quando si cerca di fare informazione. Sardegnablogger in questi anni ha pubblicato migliaia di post, per la legge dei grandi numeri era prevedibile qualche contestazione. E’ un prezzo salato, che costa energie, serenità e anche denaro. Ma resto convinto che sia un rischio che valga la pena di correre.Credo fosse doveroso informare i nostri lettori sulla conclusione di questa vicenda.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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