È stato facile addomesticare la sprovvedutezza di tante persone, far credere, persino ai meridionali, la storiella che chiudendo i porti e armando i carnefici in Libia fosse possibile risolvere il “fastidio” dell’immigrazione africana.
L’assurdo è che gli antimeridionalisti hanno fatto credere a quelli del Mezzogiorno, e per quelli che non si persuadono hanno inventato le sanzioni, che lasciando annegare gli immigrati africani: quelli che da secoli, da noi europei, sono stati fatti schiavi e depredati di ogni risorsa, (si pensi al Niger derubato ogni anno di tonnellate di uranio da cui, la Francia, ad esempio, produce un terzo di tutta la sua energia elettrica, mentre degli oltre 21 milioni di abitanti del Niger soltanto il 7% ha accesso all’energia elettrica) poi perseguitati e uccisi dalle violenze, dalle carestie, dalle malattie e le guerre, se ne staranno tranquilli ad attendere di morire a casa loro. Sembra incredibile che siano riusciti a far credere questo a persone adulte e la maggior parte pure sufficientemente scolarizzate. Gli hanno fatto credere, mascherando la verità con la storia della lotta agli scafisti, che impedendo ai più poveri del mondo di partire per salvarsi da morte certa o lasciando morire in mare quelli che riescono a salire su barche di carta, aumenterà la sicurezza nelle loro città e non si sono accorti che, mentre i porti erano chiusi alla pietà e andava in onda la seconda tranche della legge sulla Sicurezza, in dodici giorni, 14 persone sono state accoltellate nelle nostre città insicure, e tra questi persino un carabiniere.
Non si sono accorti di essere stati raggirati dagli antimeridionalisti per antonomasia con le leggi sulla sicurezza che, da quando sono entrate in vigore, la prima a dicembre, proprio grazie a quella legge che ha eliminato il permesso umanitario, di clandestini, come amano chiamarli loro, senza fissa dimora, ne hanno creato 18 mila e che entro il 2020 saranno 140 mila.
Ai meridionali, isole comprese, non hanno detto di quegli altri 533 mila “clandestini” stanziali (da Salvini declassati a 90 mila, una volta resosi conto dell’impossibilità di rimpatriarli) degli oltre 400mila immigrati impiegati in agricoltura, di cui solo il 27% ha conosciuto almeno una settimana di regolare contratto di lavoro e il resto è schiavizzato, fino a 14 ore di lavoro al giorno, costretto a vivere in baracche di lamiera e cartone, pagato con un’elemosina e sottoposto a violenze, specialmente le donne.
Non parlano di questa umanità, gli schiavi del nostro Made in Italy, su cui lucra il sistema delle agromafie e del caporalato che fa pagare a questi esseri umani anche l’acqua che bevono e fino a 3 euro per ogni ricarica elettrica dei loro telefonini.
Ma su di loro grava il silenzio, su di loro si tace, perché muovono un giro di affari, sommerso, di circa 20 miliardi, con un’evasione fiscale ai danni delle casse erariali di oltre 600 milioni. Non parlano dei cittadini irregolari dei paesi dell’est Europa, non hanno mai fatto cenno, ad esempio, che tra le decine di migliaia di cittadini regolari di uno di questi paesi di cui quasi l’80% donne; di cittadini richiedenti asilo, quindi in attesa di regolarizzazione, “clandestini”, ce ne sono quasi 4500, di cui 2500 donne. Bionde ragazze dagli occhi azzurri, molte delle quali costrette ad allietare le nottate ai facoltosi clienti dei night e club privè del centro-nord Italia. Non dicono ai meridionali, isole comprese, che proprio i partiti nemici dell’immigrazione, specialmente del nord Italia, i nemici dichiarati della pietà umana, sono quelli che della presenza degli immigrati, anche solo come residenti, maggiormente si avvantaggiano nella ripartizione dei seggi elettorali; al punto che, le regioni del nord con il maggior numero di residenze anagrafiche di immigrati, si stima abbiano potuto eleggere a svantaggio delle regioni del sud, 43 deputati e 21 senatori che ora legiferano contro gli immigrati. Si lucra due volte con gli immigrati irregolari: uno, costringendoli al lavoro nero; l’altro, per fare leva sull’ignoranza degli elettori. (fonti: Istat, Unhcr, Ismu, Coldiretti, Flai-Cgil)
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design