20020411: ROMA - CIAMPI, CRISI MO MASSIMA PRIORITA' INTERNAZIONALE- Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ritratto in occasione dell'odierno incontro con segretario generale dell'Onu Kofi Annan al Quirinale. CLAUDIO ONORATI /ANSA/JI
Una volta per definire certe persone si utilizzava un termine ormai quasi desueto: “uomo delle Istituzioni”. Nel periodo della velocità, di un futuro sempre più vorticoso Carlo Azeglio Ciampi sembra essere un avo lontano, quasi parente di Camillo Benso, Conte di Cavour. Ciampi è morto all’eta di 95 anni, è stato Governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993. Subito dopo ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio, arrivando a normalizzare un paese nella bufera di tangentopoli. Poi ha ricoperto la cairca di ministro del Tesoro con Prodi e D’Alema premier. Il 18 maggio 1999 è stato eletto presidente della Repubblica, carica che ha mantenuto fino al15 maggio 2006 quando al Quirinale c’è salito Re Giorgio Napolitano. Un uomo delle istituzioni. Solido, compassato, silenzioso come solo gli uomini che davvero trattano di economia sanno fare. Un uomo con un’idea antica in testa: amare il proprio paese, un uomo che credeva nella dignità delle persone. Spigoloso, poco telegenico, l’esatto contrario di Sandro Pertini per quanto riguarda l’immediatezza e l’opposto di Francesco Cossiga per quel che concerne i discorsi e le parole in libertà. Ha lavorato per traghettare l’Italia in Europa, ha voluto fortemente che si festeggiasse la festa della Repubblica, ha chiesto, più volte, di onorare la bandiera. Cose apparentemente lontane, quasi dimenticate. Era un uomo delle istituzioni che ha vissuto per il proprio paese. Poi, sentire Salvini in un intervista a Sky Tg24 che lo apostrofa come un traditore in quanto: “Si porta sulla coscienza il disastro sulle spalle di 50 milioni di italiani” ci porta a rispettarlo, apprezzarlo un po’ più del dovuto e salutarlo anche per quei dolorosi silenzi che da “uomo delle istituzioni” e anima da partigiano è riuscito a costruire.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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