Dopo avere indugiato per tre giorni, oggi ho ascoltato la canzone che Mogol asserisce di avere regalato alla Sardegna per accrescerne l’appeal turistico. Fossi in Pigliaru, io al cosiddetto paroliere chiederei i danni. Ma Pigliaru deve tacere. perché questa iniziativa artistico-promozionale la Regione Sardegna l’ha sostenuta.
Comunque.
Nella mia testa hanno iniziato a scorrere i tanti gesti solidali compiuti a favore della Sardegna da artisti, industriali, finanzieri.
La scena è sempre più o meno questa: nella piazza del paese, il sindaco fasciato di tricolore ringrazia il benefattore per ambulanze, mezzi antincendio o donazioni, mentre il parroco con l’aspersorio benedice. Il tutto inondato dal sole accecante dei flash fotografici.
Poi vai a grattare e scopri che l’artista si era comprato un terreno, ma un minuto dopo aveva appreso di essere stato solato e di non poterci costruire nulla, a meno che il Comune non avesse generosamente corretto qualche carta. Scopri che l’industriale attendeva da tempo, inutilmente, una sanatoria ad un abuso edilizio e l’imprenditore una licenza che l’amministrazione non voleva concedere. E allora bisogna mostrarsi generosi, magnanimi e affettuosi, olio buono per ungere gli ingranaggi inceppati.
Siccome ragionare per insiemi tutti uguali è sempre sbagliato, ricordo pure che dopo l’alluvione di novembre un industriale regalò ai Comuni galluresi decine di elettrodomestici da mettere a disposizione delle famiglie più colpite. Il suo nome non lo conosco, perché l’industriale pretese di restare anonimo.
La differenza sta tutta qua. E noi sardi lo capiremo, prima o poi.
La solidarietà ostentata a reti unificate andrebbe indicata con un’altra parola, una parola che ricordi chiaramente la funzione di merce di scambio cui viene ridotta in questi casi.
Sono sicuro che Mogol non sia mosso da altri interessi o secondi fini, nel suo artistico sforzo per contribuire alla salvezza della Sardegna. Ma la merce che ci ha regalato a me pare scadente.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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