Due giorni dopo Pasqua, è magnifico riscoprirci quelli di sempre, così immutabilmente uguali a noi stessi, così immuni dal rischio di una resurrezione. Non sono credente, ma mi riconosco nel messaggio della rinascita, del segno di pace: volentieri ricevo gli auguri, volentieri li faccio al prossimo. Due giorni dopo la Pasqua e lo svolazzare di colombe pasquali nelle bacheche Facebook, dopo la due giorni di pancia piena e avanzi nel bidone della spazzatura, oggi è stato annunciato l’arrivo di centinaia di migranti al porto di Cagliari. Ed ecco che le colombe hanno richiuso le ali per cedere il cielo a falchi pronti a spiccare il volo. Politici, aspiranti tali, sindacalisti e gente in cerca di applausi e di proseliti hanno lasciato in secondo piano la carne di gente alla ricerca di una rinascita per occuparsi degli aspetti collaterali. E come mai approdano sempre qua? E chi gestisce questo traffico? Ma davvero è povera gente? E quanto ci costano? Le vite umane sono un dettaglio. Non che certe domande non ce le si debba porre, ma ci vuole gusto e cristianità anche nella scelta del tempo. E non è questo il momento, oggi l’aspetto più importante è l’accoglienza. Ho passato gli ultimi sei mesi della mia vita dentro una scuola. Cercando, tra le altre cose, di sradicare da giovani menti particolarmente esposte al contagio il morbo della xenofobia. Con la forza della storia, dei numeri, della scienza. Credo che la lotta sia impari. Perché coloro che oggi, al porto di Cagliari, stanno tendendo la mano ai migranti sono una minoranza. Perché per una colomba in volo ci saranno almeno dieci falchi ad oscurarne il candore. Sarei per abolire la Pasqua. Tanto non cambia mai nulla, ma almeno saremmo meno ipocriti.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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