La prima volta che ho visto dal vivo Beppe Grillo era il 2010. Era un incontro semi – improvvisato alla Galleria Umberto I a Napoli. Niente palco, solo un microfono, forse nemmeno un centinaio di persone; l’ultima volta che l’ ho visto in tv, è stato nel salotto di Vespa, pochi giorni fa. Ieri poi, in piazza San Giovanni, con un numero di persone quantomeno considerevole.
Sono andata lì, a dire il vero, con l’idea di assistere ad uno spettacolo. Uno spettacolo costruito da lui e incentrato tutto su di lui, sul leader.
Iniziano invece tre comici urlatori, tremendi, che introducono due rapper stile Rocco Hunt – ma perché, perché? – e rime tipo cuore/amore. Dopo è addirittura la volta di un trio tutto al femminile. Ballano tentando invano di muoversi in sincronia, come facevano le Spice Girls. Una delle loro canzoni si chiama “Legalizzala” e a giudicare dall’entusiasmo spropositato della vocalist, che cozza con le facce perplesse di molta gente, di quella robetta non legalizzata deve esserne girata un po’ dietro le quinte.
Il pezzo grosso della parentesi musicale, a quanto pare, è Fabrizio Moro, uno di qualche Sanremo fa. Me lo ricordavo vagamente, ma come tipetto piuttosto tranquillo. Oggi è gasato quanto Jimi Hendrix a Monterey nel ’67, solo che questa invece sembra una delle edizioni più tristi del Festivalbar. Non dà fuoco a nulla, lui, ma ci dà dentro in altro modo: “ Siamo tutti qui, oggi, contro tutti sti figli di puttana!”; “Facciamoci sentire da tutti sti figli di mignotta!”. Prego che qualcuno lo fermi, perché sto rimpiangendo Bersani che canta “La mia signorina” con Neffa.
Grillina a fianco a me e prima teoria del complotto:
“ Hai visto, abbiamo anche Fabrizio Moro con noi!Infatti tu Fabrizio Moro l’hai più visto? Lo senti in radio?Io no”.
Il perché della sparizione di Fabrizio per me sarebbe un altro, ma vabbè. Sarà pure un Movimento a 5 Stelle, ma come intrattenimento la stella che dò è una sola. Non è che l’idea di tutto questo ha a che fare con Rocco Casalino? In quel caso qualche ragione me la farei. No, che se proprio cercavano artisti impegnati, bastava anche un po’ di musica registrata, che so, un po’ di Clash e si va sul sicuro, almeno.
Ci sono anche i cronisti 5 stelle e due dei fan di Fabrizio Moro chiedono di farsi intervistare.
“ Dopodomani vinciamo noi!”
Seconda teoria del complotto:
“ Se non vinciamo, te giuro, è ppei brogli”;
“ Beh, no, non si sa, ma abbiamo già vinto lo stesso, che siamo in tantissimi oggi!”.
Un po’ di prudenza, che è meglio.
Questo, per scherzare.
Arriva lui, Beppe, e la gente si fa più attenta. Mi aspetto imprecazioni e urla, un monologo infinito. E invece no. Grida meno del solito e mi pare più vicino allo stile tenuto durante la diretta su Rai Uno. La frase “Non abbiamo bisogno di frigoriferi, ma di freddo ”, non la capisco, ma, a parte questa, stavolta sento meno cose insensate. Anzi, lui parla anche poco e lascia spazio ad altri. Di Battista, Di Maio, che tanto male stasera, non sono, a parte quella costante pretesa di essere senza macchia e senza peccato.
Non è male nemmeno la gente che mi sta attorno. Ci sono tamarri esagitati fermi ai vaffanculo a caso, ma non solo. E decido che parecchi meritano rispetto. Lo meritano perché iniziano a gridare “Onestà, onestà!”. Spontaneamente, senza che nessuno dal palco lo ordini; lo meritano perché applaudono prima il cassaintegrato di Pomigliano, poi Falcone e poi Borsellino; lo meritano perché quando per due volte viene nominato Berlinguer, si scaldano e si commuovono. E questo, quelli del PD dovrebbero e potrebbero considerarlo, senza l’arroganza che ultimamente non risparmia nemmeno loro.
Casaleggio non sembra nemmeno il santone catastrofista che viene dipinto solitamente. Tattica elettorale? Può darsi. Non so se Grillo e il Movimento siano la soluzione del nostro disastro. Forse non lo sono. Ma non ditemi nemmeno che sono la causa.
Pensavo di scroccare solo delle risate e invece mi è stato strappato qualche applauso. Quindi, per le prossime volte: meno supponenza, meno adorazione della stramaledetta rete, meno parolacce gratuite. E niente musica.
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