Immagino siate anche voi subissati di messaggi e telefonate di candidati alle elezioni regionali. In questo periodo, la caccia al voto a domicilio può essere insistita e molesta quanto le telefonate dei piazzisti di offerte imperdibili mentre vi state appisolando sul divano, per i dieci minuti di dormiveglia pomeridiano. Un’abitudine che mi sono preso e di andare a controllare le bacheche Facebook di coloro che, con ogni modo e mezzo possibile, mi hanno chiesto la preferenza. Non sarà certo io a darvi indicazioni o a suggerirvi questo o quel candidato. Un appello, però, vorrei farlo: boicottiamo i diffusori di fake news, boicottiamo quelli che costruiscono il loro consenso sulle bufale e sul bisogno dei tanti di vedere assecondato il proprio incontenibile bisogno di odiare. Il preoccupante scadimento della nostra politica è anche in risultato degli avvelenatori di pozzi, di coloro che spostano opinioni e consensi attraverso campagne di denigrazione o calunnia fondate sul nulla. È un male terribile di questo tempo, nelle mani di speculatori che sfruttano ignobilmente l’incapacità di comprendere un testo o la disattenzione di chi si ferma solo ad un’analisi superficiale della notizia. Se un candidato si presta consapevolmente a favorire il contagio di questa peste, sarebbe un nostro preciso dovere civico boicottarlo e denunciarne il malcostume. Se invece lo facesse perché lui stesso affetto da analfabetismo funzionale, dunque incapace di distinguere una notizia vera da una falsa, va da sé che questa sia la più lampante prova della sua inadeguatezza. Il voto utile per me sarà questo: demolire la credibilità degli spacciatori di merda.
(La foto è tratta dal sito Pixabay)
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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