Martin era originario del Burundi ma da qualche anno viveva in Sardegna e si occupava di mediazione culturale, oltre a guadagnarsi da vivere facendo il cameriere. Ha perso la vita investito da un autobus, mentre stava compiendo un gesto gentile.
Oggi una testata online, Cagliaripad, ha riportato il comunicato di ricordo della Caritas diocesana del capoluogo, nel quale si riconoscono le grandi doti del povero Martin.Tra i commenti ho colto quello di Maria Rita, secondo cui tutta questa esposizione mediatica sarebbe dovuta al fatto che Martin era straniero e ad un italiano la stessa attenzione non sarebbe toccata.
Ho riportato quel commento sul mio profilo Facebook considerando, in maniera esplicita, quanto sia fedele ad un certo elettorato italiano. Poi mi sono seduto ad aspettare.Un minuto dopo, puntuale, ecco giungere il rimprovero di chi ha giudicato il mio post provocatorio, teso a fomentare odio.
In questo rovesciamento del reale, odio sarebbe il mio e non il disappunto di chi, davanti al cadavere ancora caldo di un ragazzo, commenta contrariata per l’eccessiva visibilità offerta alla morte di un trentenne investito da un autobus.
Qualcuno mi ha anche invitato a passare oltre, tralasciando commenti che non meriterebbero importanza. Ma questo non sono disposto a concederlo, perché diventare indifferenti al cinismo equivale alla morte civile.
Volevo comunque dire a Maria Rita che un incidente del genere ha una sua importanza giornalistica che va ben oltre il colore della pelle. Un ragazzo che muore investito da un mezzo pesante in pieno centro, mentre tetnta di recuperare gli occhiali caduti sull’asfalto ad una ragazza, è un fatto di cronaca molto importante e avrebbe comunque ricevuto la massima attenzione, indipendentemente dalla cittadinanza della vittima.
Perché è morto un uomo.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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