Lo abbiamo appreso in questi giorni in cui la vita umana è entrata (spinta a forza sarebbe più esatto) nei diagrammi degli uffici di statistica. Gli epidemiologi, i virologi, la scienza sanitaria, insomma, hanno detto che la fascia maggiormente a rischio è quella delle persone anziane. Dai 60 anni in su è stato detto, lo hanno ripetuto pure i telegiornali. Si certo, hanno pure aggiunto che contano le patologie pregresse, ma l’inizio della “zona d’ombra”, il confine tra i vivi e potenzialmente morti, la categoria demografica votata al sacrificio, quella fascia d’età tra i 65 e 74 anni che l’Istat già da un po’ di tempo non chiamava più anziani ma “tardo-adulti”, per la scienza sanitaria non ci son cazzi, dai 60 anni in su entri nella fascia dei sacrificabili, dei probabili candidati al decesso da influenze stagionali o coronavirus che dir si voglia. A nessuno venga in mente di far notare i quotidiani impegni di lavoro, la palestra, le foto dell’ultima maratona cittadina che da quando vengono chiamate “runner”…per qualcosa, pare sia tutto un altro correre e faccia sentire pure più giovani, e poi il mutuo da pagare e ti accorgi che la banca, anche se resta il sospetto che lo faccia per l’interesse, è l’unica che si ricorda il tuo compleanno e ti augura lunga vita. Si lo so è deprimente osservare lo sguardo di cordoglio dell’impiegata dell’ufficio della Asl, quando legge la prescrizione esente da ticket perché superati i 65 anni. Eppure quello è il momento in cui non bisogna cedere allo scoramento, ma occorre scuotersi e recuperare non solo autostima ma riscoprire proprio la piena vigoria giovanile, l’impeto persino ormonale. Allora c’è un solo posto dove andare, lo Stato ha pensato pure a questa evenienza, l’unico posto dove recarsi è il più vicino ufficio Inps. Varcate quella soglia, entrate fiduciosi e nel primo sportello disponibile dite a bruciapelo all’impiegata: la scienza mi ha detto che faccio parte della fascia d’età dei quasi morti, mi faccia vedere l’estratto conto dei miei contributi, prima che il ministero della Salute mi collochi in una statistica come ha fatto con il 77enne primo morto di coronavirus, che solo la figlia ha ricordato che non era un numero ma il suo papà. Andateci sereni all’Inps, è l’unico ufficio pubblico da cui si esce anagraficamente rinfrancati, ponete all’impiegata una domanda, una sola: ho 65 anni, posso andare in pensione? Vedrete arrivare impiegati anche dagli altri uffici e insieme, guardandovi in faccia, scoppieranno a ridere.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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