Avete presente quando entrate in un ristorante e, al primo tavolo su cui buttate l’occhio, trovate una coppia di fidanzati che si disinteressano completamente l’uno dell’altra e persino del cibo nel piatto, entrambi col capo chino su un piccolo schermo luminoso cui è completamente rivolta la loro attenzione? E avete presente quando, allargando lo sguardo al resto del locale, notate che la scena è comune a tutti gli altri tavoli, ai quali siedono decine di commensali piegati su quelle stesse fonti di verità? Si chiama era dello smartphone e secondo certi studiosi, addizionata all’esplosione dei social network, sta condizionando in maniera decisiva la nostra capacità di relazionarci col prossimo. Ecco, possiamo dire con ragionevole attendibilità che quest’era è iniziata esattamente nove anni fa, il 9 gennaio del 2007. Quel giorno, il fondatore di Apple Steve Jobs presentò al mondo l’Iphone, un telefono cellulare che negli anni sarebbe diventato uno status symbol e, numeri alla mano, il più venduto tra gli smartphone al mondo. Un fenomeno di massa, così di massa che io stesso ne possiedo uno. L’I phone non è stato il primo smartphone lanciato sul mercato, ma è certamente stato il modello che ha trasformato il telefono mobile in un mezzo di comunicazione e informazione continua, nel quale il trillo della chiamata vocale è il più raro dei segnali acustici emessi. L’Iphone di quel genio cinico di Jobs ha cambiato il nostro modo di vivere, non c’è dubbio. O forse ci ha offerto un pretesto per potercene fottere di chi abbiamo di fronte. Ora, avvicinatevi al tavolo dei due fidanzati, chiedete loro di guardarsi negli occhi e invitateli a tornare allo spirito di un tempo, il tempo prima del 9 gennaio 2007.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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