Resta uno dei misteri irrisolti della televisione pubblica italiana, perché non si è mai conosciuta la verità vera sullo scherzo giocato a Sandra Milo, ex musa di Federico Fellini, in quel gennaio del 1990.
L’attrice presentava il melenso format di Raidue L’Amore è una cosa meravigliosa quando giunse in studio una telefonata in diretta, come peraltro se ne ricevevano tante in una trasmissione tutta giocata sul dialogo col pubblico.
Dall’altra parte del filo, una voce femminile con marcato accento romano invitò la Milo ad abbandonare lo studio, comunicandole che il figlio Ciro era stato coinvolto in un incidente.
Quel che seguì è storia della televisione: la presentatrice si porta le mani sulla bocca, stravolta dallo spavento, poi esplode in un pianto incontrollabile e scappa via, abbandonando la scena e lasciando le telecamere ad inquadrare lo studio vuoto, mentre gli ospiti in studio commentano quanto appena accaduto.
Il fatto accadde il giorno 8, era un lunedì, ma il caso esplose fragorosamente sulla stampa il giorno dopo, quando la conduttrice oggi novantenne dichiarò di non essere in grado di andare in onda e presentò un certificato medico.
Non poteva che scatenarsi la polemica, alimentata da chi riteneva troppo blando il filtro posto tra centralino e diretta e chi, invece, contestava in toto le telefonate in diretta.
Questo fu il dibattito promosso da L’Unità, mentre altri giornali come il Corriere della Sera insinuarono sulla numerosa serie di incidenti in diretta accaduti già in precedenza alla Milo, uno tra tutti la rottura di una lente a contatto che l’aveva costretta ad interrompere la trasmissione.
Dalle indagini delle forze dell’ordine si seppe che la telefonata era partita dal Bar Alemagna di via del Corso, a Roma, ma ci fu chi malignò arrivando a pensare che potesse essersi trattato di una trovata promozionale concepita dallo staff della trasmissione stessa.
Sull’uscita di scena precipitosa della Milo in lacrime, il Blob di Ghezzi e Giusti ha costruito una parte non irrilevante delle sue fortune. Anni dopo, per giunta, Ciro divenne il nome di una trasmissione parodistica.
Fu, in un certo senso, uno dei primi atti del reality show, qualche decennio dopo le camere nascoste di Nanny Loy e un decennio prima del Grande Fratello.
Solo che, in quel caso, tutto nacque da uno scherzo di pessimo gusto. Così sembra.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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