I destini si incrociano nelle parole e nella musica. Uno nasce a Zanzibar mica per caso. Ci nasce perché il destino ha disegnato quella rotta. Aveva 24 anni quando decise di fondare il gruppo rock più vocalist della storia: i Queen. Lui era Freddy Mercury, morto nel 1991 all’età di 45 anni. Una stella fugace e leggera che ha attraversato il palco di questa terra regalandoci canzoni che ancora oggi sono la colonna sonora di molti di noi. I Queen, il 9 agosto 1986 realizzarono a Knebworth il loro ultimo concerto che chiamarono Magic Tour, per promuovere l’album A Kind of Magic. Quel giorno, il 9 agosto 1986 c’erano 120.00 persone a cantare insieme a Freddy e alla sua band Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, It’s a Hard Life, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions. La sua voce camminò in un vortice di assoli tra gli occhi attenti di chi, quel giorno, c’era. Fu un concerto memorabile, fu il canto di un cigno purissimo e inimitabile, fu l’acuto di un Dio lontano e dolcissimo, un Dio che stesse poco da queste parti interessato com’era a far parte del grande coro dell’infinito. Quando siete assorti, stanchi, delusi, allegri o tristi, prendetevi un bel disco dei Queen e mettetelo sul piatto: raschierà tutto tranne la voce limpida di Freddy Mercury. Quella, statene certi, sarà sempre perfetta. Eterea ed eterna. Una voce considerata tra le più belle di tutti i tempi. Una voce fortemente rock, fortemente viva, fortemente avvolgente. Una voce che riesce a graffiare le corde dell’essenza.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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