G.G. «La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto»
S.H. «Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi… Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire»
G.G. «È ancora indeciso (e credo che sarà sempre tra le scienze umane) se l’universo sia finito o pure infinito […] la mente mia non si sa accomodare a concepirlo né finito né infinito»
S.H. «Poiché esistono leggi come quella della gravità, l’universo può crearsi e si crea dal nulla. La creazione spontanea è il motivo per cui c’è qualcosa anziché nulla, per cui l’universo esiste, per cui noi esistiamo! Non è necessario invocare Dio»
L’8 gennaio 1642, 376 anni fa, moriva Galileo Galilei, forse il nome più importante della scienza moderna. Esattamente dopo 300 anni, l’8 Gennaio 1942, nasceva Stephen Hawking, una delle più grandi menti della fisica contemporanea. Il dialogo qua sopra, in realtà un triviale accostamento di citazioni prese da Wikipedia, dà una pallidissima idea del respiro che si coglie affacciandosi all’opera dei due scienziati. A voler trovare una cosa, tra le tante che accomunano i due, direi l’attrito. L’attrito con cui entrambi si sono dovuti misurare: il Pisano dovette vedersela con la Chiesa, che non era disposta a mettere in discussione la sua visione del mondo coerente con le Scritture; il Britannico ha dovuto fare i conti, per quasi tutta la vita, con una malattia su cui ancora si discute, forse una particolare forma di SLA. La grandezza dei due, comunque indiscutibile, risulta forse accentuata dalle rispettive difficoltà. Galilei dovette soccombere, a un certo punto, e ritrattare, al suo processo, sulla visione dell’Universo proposta da Copernico e che lui sosteneva: la Terra doveva stare al centro del creato, né era pensabile che davvero si muovesse per girare attorno a qualcosa, fosse anche il Sole. La leggenda vuole che, appena pronunciata l’abiura, Galileo abbia detto tra sé: “e pur si muove”; parlava della Terra, in un estremo tentativo di riaffermare, almeno in forma di sussurro, la verità. Hawking invece disse una volta di sé, a proposito della sua condizione: «Per i miei colleghi sono semplicemente un fisico come un altro, ma per il pubblico più vasto sono forse diventato lo scienziato più famoso del mondo. Ciò è dovuto in parte al fatto che io corrispondo allo stereotipo del genio disabile. Non posso camuffarmi con una parrucca e degli occhiali scuri: la sedia a rotelle mi tradisce».
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design