Dice che lo trovarono barcollante e delirante per le strade di Baltimora, con indosso vestiti non suoi. Dice che lo portarono in ospedale dove, il 7 ottobre 1849, si spense. Dice che, qualche giorno prima del ricovero, si era ammalato improvvisamente di non si sa che. Dice che in ospedale delirò alquanto, che poi cadde in coma e che dal coma si risvegliò con inattesa lucidità. Dice che poi diventò aggressivo e che dovettero immobilizzarlo prima che perdesse conoscenza, stavolta definitivamente. Dice che i referti medici sono andati perduti e che non fu eseguita alcuna autopsia. Dice che forse morì di congestione del cervello o sifilide o cardiopatia o epilessia o meningite o colera o rabbia. Dice che è possibile pure sia stato rapito e imbottito di alcol per costringerlo a votare qualcuno; a quei tempi esisteva tale pratica, poi raffinatasi col passare del tempo.
La morte di Edgar Allan Poe, a farci caso, è un mistero degno delle sue allucinazioni letterarie. Poe fu uomo di forti passioni. Musica, poesia e donne. All’età di 16 anni si innamorò perdutamente della madre di un suo compagno di scuola, a 26 sposò una cugina tredicenne che morì prematuramente. Con lui la vita aveva deciso di giocare sporco, privandolo subito dei genitori. Fu adottato da un mercante scozzese con il quale stabilì un rapporto controverso. Amore e odio, fino a venire rinnegato. Provò a riscattare il fallimento negli studi tentando la carriera militare per poi cercare disperatamente di farsi espellere quando si accorse di avere di meglio da fare e, soprattutto, da scrivere.
Erano incubi e passioni, inquietudini e amori, in prosa e in versi. Poe sfornò una quantità impressionante di opere, accolte quasi sempre con indifferenza e mai ebbe riscontri economici adeguati al proprio indiscusso talento. Il suo “I delitti della rue Morgue” segnò il primo atto del genere poliziesco. Molti dei suoi racconti del mistero e del terrore sono finiti sul grande schermo.
Per 60 anni, ogni 19 di gennaio, giorno della nascita di Edgar Allan Poe, qualcuno ha lasciato una bottiglia di cognac e tre rose sulla sua tomba. Il “Poe toaster”, così lo chiamano, si è fatto vivo, per l’ultima volta, nel 2009. Non si è mai saputo chi fosse.
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