Come ben sappiamo, lo scontro tra civiltà non è affare recente. La Battaglia di Lepanto, datata 7 ottobre 1571, ne è un esempio sanguinoso e lampante. Immaginate gli spettatori di due stadi da ottantamila posti scontrarsi gli uni contro gli altri, non sulla terraferma ma sull’acqua, imbarcati su trecento navi per parte, ciascuna armata con artiglieria pesante. Immaginate che una delle due squadra combatta con una divisa su cui campeggia una vistosa croce cristiana, tanto da chiamarsi Lega Santa, e che l’altra difenda i colori dell’Islam. Gli scenari del titanico scontro navale di Lepanto, grosso modo, furono questi. A trionfare fu la coalizione messa assieme da papa Pio V, che comprendeva vari Stati italiani e la Spagna di Filippo II, grande potenza del tempo minacciata dall’espansione dell’impero ottomano. Proprio i turchi furono il bersaglio di questa crociata, lanciata per rispondere all’assedio di Famagosta, città cipriota controllata da Venezia, da parte degli stessi ottomani. La Lega Santa, nata dall’attivismo diplomatico di Pio V, aveva come scopo proprio la liberazione di Famagosta, ma in realtà rappresentava lo scontro finale di due imperi ormai in aperto conflitto. A Lepanto, all’ingresso del golfo greco di Corinto, i cristiani guidati da Giovanni d’Austria, fratello di Filippo II, annientarono la flotta avversaria di Alì Pascia a colpi di cannone e grazie all’uso di una nave da guerra fresca di varo, la galeazza, un grattacielo galleggiante troppo alto per essere abbordato. In mare restarono circa 40 mila cadaveri, trentamila dei quali turchi. Tra i soldati della Lega si era arruolato anche lo scrittore Cervantes, rimasto seriamente ferito dal fuoco nemico.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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