“Ricordi quando eri giovane, splendevi come il sole”
Ripetitivi e noiosi. Rumorosi e inspiegabilmente popolari.
Così tale Hans Keller in un programma inglese del 1967 definiva i Pink Floyd di Syd Barrett. Usò queste parole davanti a loro, Waters et Barrett, dopo l’esibizione di Astronomy Domine. Guardate la faccia di Waters che si capisce benissimo, vorrebbe mandarlo a quel paese. Pare più timido, Syd.
Mi spiace quasi, per questo signor Keller. Lasciate perdere il suo giudizio sballato e se non conoscete i Pink Floyd di Syd Barret, andate su youtube e ascoltate le perle che il Diamante Pazzo scrisse per questo suo unico album. Aprite la finestra e cercate se nel cielo vi sia qualche stella. Ripercorrerete lo stesso viaggio del povero Syd, durante il quale incontrerete gatti fascinosi ed inquietanti (Lucifer Sam), gnomi, (The Gnome), spaventapasseri (The Scarecrow), rumori indecifrabili (Pow R. Toc H.) E altre fiabe:
“C’era un re che governava la terra Sua maestà era al comando Con occhi d’argento l’aquila scarlatta bagnava d’argento le persone. Oh madre, raccontami ancora” (Matilda Mother)
Sì, sì, ok. Colpa dell’LSD. Però… Era iniziato tutto con una canzone che lasciava intuire molto di Syd, Arnold Layne: storia di un tizio che amava indossare biancheria altrui rubata. Cosa aspettarsi, da uno così? Le cose tranquille che il signor Keller voleva ascoltare? Quelle cose le stavano registrando i Beatles nello studio a fianco. Non Syd. Se come Keller pensate che tutto questo sia troppo, potete comunque rimediare, ricordarlo stasera ascoltando Shine on you crazy diamond.
“Come on you raver,
you seer of visions,
come on you painter, you piper,
you prisoner, and shine!”
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