Mentre si sgomberavano le macerie della guerra, si decise di far ripartire i Giochi Olimpici, dimostrando che nulla poteva fermare la volontà di ricostruzione, di pace e di nuova fratellanza tra i popoli. Gli impianti erano improvvisati, gli alloggi spartani, e gli atleti si ritrovavano insieme dopo la grande tragedia, provando a recuperare l’antico entusiasmo. Però la voglia, il desiderio della normalità e delle cose belle, della gioia e della gloria, vinse su tutto: le gare di atletica vennero seguite da un folto pubblico di oltre 80 mila spettatori. Alla partenza della finale della spettacolare staffetta 4×100, gli americani si presentarono nel ruolo di favoriti. Dietro gli inglesi, padroni di casa, e poi le altre nazioni presenti, Italia, Canada, Ungheria e Olanda sullo stesso piano. C’è un filmato di una bellezza sfolgorante, che riporta indietro nel tempo, e che racconta quella appassionante gara con dovizia di dettagli. Londra 1948 staffetta 4 x 100 Credo di aver visto e rivisto questo filmato decine di volte, analizzandolo fotogramma per fotogramma. Sono immagini di un fascino e di una suggestione impressionanti. Non so di preciso cosa amo di queste immagini in movimento: forse l’idea, anche personale, che mette insieme la bellezza immortale dello sport, anche nei suoi accenti più tecnici e complicati, come i cambi di una staffetta veloce, con una tradizione familiare intessuta dei racconti delle imprese eroiche dei grandi campioni del passato. Tra loro il sassarese Tonino Siddi, leggendario atleta di cui ancora si raccontano le gesta sportive, una sorta di saltimbanco dello sport in grado di primeggiare in diverse specialità dell’atletica e non solo, anche nel calcio, nel ciclismo ed in altri sport. Siddi, nonostante sia forse più portato per la velocità prolungata, per i 400 metri, è in ultima frazione, quella che decide l’ordine d’arrivo, per sfruttare le sue caratteristiche di velocista abile nella velocità “lanciata”. I superfavoriti statunitensi scappano via subito alla partenza, con dietro i britannici. Dopo la discreta partenza di Tito, le cose per l’Italia non si mettono tanto bene, con il cambio un po’ schiacciato tra Perucconi e Monti, che comunque tiene discretamente in curva, nonostante l’affanno. L’Italia si presenta in ultima frazione praticamente sulla stessa linea di Canada, Olanda e Ungheria. Tonino Siddi aspetta l’arrivo del compagno, ha un attimo di incertezza, commette l’errore di voltarsi, poi parte azzeccando l’attimo giusto. Monti lo raggiunge appena in tempo, e Siddi sprigiona tutta la sua potenze lanciata, bruciando gli avversari e avvicinandosi persino agli inglesi. Grandissima frazione e bronzo meritato per la nazionale italiana. In un primo momento, addirittura, un argento, con la squalifica degli americani poi rientrata. Siddi, caso unico nella storia dello sport italiano, parteciperà anche, come ultimo frazionista, alla staffetta 4 x 400 ma senza fortuna, a causa della squalifica del team italiano. Due anni dopo Siddi si prenderà la rivincita in questa gara ai campionati europei di Bruxelles dove vincerà la medaglia di argento. Siddi chiuderà la sua formidabile carriera, ricca di successi nazionali e internazionali, con le Olimpiadi di Helsinki nel 1952 nei 400 metri. Una carriera straordinaria che non resterà un fatto unico e isolato in Sardegna, inaugurando una grande tradizione di velocisti sardi che perdura tuttora.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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