Pippi Pippi Pippi, il nome fa un po’ ridere, ma voi riderete per quello che farò.
Era il 6 settembre del 1970 e nei miei freschi 11 anni m’imbattei con Pippi Calzelunghe, anche se il suo nome vero era Pippilotta Virtualia Rolgardinia Succiamenta Efrasilla, figlia del Capitano Efraim Calzelunghe, precedentemente terrore dei mari, adesso re negro; un nome degno di fare concorrenza all’amico di Zagor, Cico Gaetano Lopez Y Martinez Y Gonzales, fumetto da me amato insieme all’insuperabile Tex Willer. Pippi però era reale, non era un cartone, era uno “sceneggiato” svedese e l’attrice era un vero e proprio portento. Alla sua età viveva da sola con un cavallo bianco a pois neri (chiamato da Pippi zitto) e una scimmietta (Signor Nilsson). Tutto nella villa di Pippi era colorato (ma noi avevamo la televisione in bianco e nero e ci toccava immaginare). Le storie erano semplici, allegre, leggerissime. La sua forza straordinaria faceva parte dell’immaginifico mondo dei bambini dove c’era anche Gianni e il magico Alverman, altro sceneggiato da me amatissimo. Pippi, figlia di pirata e con un forziere gonfio di dobloni di inestimabile valore era, di fatto, una simpaticissima ereditiera che si divertiva a fare cose buffissime. A quei tempi decisi che Pippi dovesse essere la mia amica del cuore, quella capace di trovare soluzioni a tutti i problemi che avevo: ero una pippa al gioco del calcio e speravo in un aiuto di Pippi e dei suoi poteri paranormali per poter segnare almeno un gol. Non accadde, ma non perdevo una puntata delle sue strampalate avventure. Capitai, da grande, a Stoccolma e visitai tre cose importanti e definitive: il palazzo dei Nobel (ci fecero scendere dalla scala dove passano tutti i premiati, un’emozione fortissima) il museo degli Abba (si, c’è il museo degli Abba ed è fantastico) e in un parco coloratissimo visitammo la casa di Pippi Calzelunghe, un museo incredibile dove ai grandi è vietato giocare e dove i bambini, invece, possono toccare tutto. Volevo dire al custode di essere un fan di Pippi Calzelunghe e l’età non è importante. Non lo feci e socchiusi gli occhi. Passò davanti lei, Pippi Calzelunghe e la canzoncina: “Pippi Pippi Pippi, il nome fa un po’ ridere, ma voi riderete per quello che farò.” E’ bello tornare bambini. Fa bene al cuore.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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