Io di principi e principesse non ne ho mai capito molto e, a dire il vero, non mi sono mai stati simpatici, però su Montecarlo una cosa la voglio raccontare. Ed è legata ad un viaggio fatto da me e mio cugino nella città monegasca, con la nostra auto (era una sgangheratissima mini3 innocenti) e correva l’anno 1988. Partimmo da Napoli quartiere Fuorigrotta e attraversammo tutta l’Italia sino a giungere a Genova dove mangiammo, se non ricordo male, vicino al porto (poi, negli anni ho capito quando De Gregori parlava di Genova con i suoi svincoli micidiali: ci siamo praticamente persi e vagammo tra mille svincoli fino ad imboccare quello giusto, verso Ventimiglia). La nostra meta era la Spagna, tra Barcellona e la Costa Brava ma una capatina a Montecarlo avevamo deciso di farla. Il principato di Monaco è un piccolo regno dove ci sono principi e principesse e dove, a quei tempi, regnava dal 1949 il principe Ranieri III che morirà il 6 aprile del 2005. Un personaggio che mi è stato sempre molto antipatico: l’unica cosa bella era la moglie, attrice di fama hollywoodiana ma, sinceramente, non amavo i suoi film. Insomma, per farla breve: noi a Montecarlo ci siamo passati solo per fare due cose: un giro nel circuito automobilistico con il passaggio nel mitico tunnel e una puntatina al Casinò. E’ finita che del circuito quando la città è normale si riesce a comprendere molto poco (tranne la curva del tabaccaio e il tunnel) e non potevamo mica correre tantissimo. Il casinò fu, invece, una sconfitta perfetta: occorreva cravatta e pantaloni seri. Noi portavamo camice aperte e calzoncini corti. Ce ne andammo dalla riviera monegasca con la consapevolezza che i cafoni erano i principi e le principesse, mica noi. Fu un brevissimo pit stop che mi insegnò a guardare la formula uno dalla televisione e a non puntare mai nulla in un casinò. E del principe? Beh, dopo la sua morte pare regni il figlio che ha eredi sparsi per il mondo e forse, dico forse con la certezza di sbagliare, qualche erede giusto. Di etica, a quanto pare, a Montecarlo non se ne parla da tempo e neppure di bon-ton e i principi quelli azzurri e immacolati vivono solo nelle favole. E neppure in quelle, a dire il vero.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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