Quando venni eletto presidente nessuno mi chiese di promuovere un negoziato tra Israele ed Egitto. Era un argomento che non affrontai nella mia campagna. Ma sentii che una delle ragioni per le quali ero stato eletto era quella di portare la pace in Terra Santa.
Jimmy Carter
Possiamo usare le parole del loro promotore per riassumere i limiti degli accordi di Camp David che iniziavano nella cittadina del Maryland nel settembre del 1978. A Camp David, in seguito al desiderio e al lavoro del presidente Carter, non si costruì la pace per il Medio Oriente. Quello che Carter fece fu far sedere attorno allo stesso tavolo due tra i contendenti mediorientali: Israele e Egitto. In realtà, a rendere possibile Camp David fu anche l’operato di un altro uomo, il presidente egiziano Anwar al Sadat. Succeduto a Nasser, Sadat si era trovato a gestire il paese orfano del carismatico predecessore, la guerra del Kippur, che per la prima volta aveva messo in seria difficoltà gli israeliani, nonché lo shock petrolifero da questa generato, mostrando quali potessero essere gli effetti di un utilizzo delle politiche energetiche a fini strategici e militari. A ben vedere, anche il presidente israeliano di allora, Menachem Begin, fece le sue mosse, quando, prendendo il posto dei laburisti del suo paese, tentò un inedito avvicinamento col nemico giurato egiziano. Quando Carter passava alla storia per gli accordi di pace di Camp David, Begin e Sadat avevano già all’attivo uno storico incontro avvenuto a Gerusalemme l’anno precedente, evento contestato pesantemente dall’opinione pubblica araba. La posizione intransigente di Israele non fu facile da minare, nemmeno per uno come Carter: nessuno stato palestinese, nessuna trattativa con l’OLP e Arafat. La partita diventava un accordo esclusivo tra Israele e gli egiziani, che dopo anni, riprendevano il controllo del Sinai. Ad un prezzo molto alto: la rottura del fronte arabo contro Israele, l’espulsione dalla Lega Araba e un’altra speranza tradita per la Palestina.
La vignetta sotto la dice lunga sul parere che alcuni hanno degli accordi di Camp David
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