Leggo la notizia di un Salvini pronto a ricoprire la carica di Ministro dell’interno e lo annuncia accanto a Mauro Armelao, leghista e sindaco di Chioggia, appartenente alla polizia di Stato , il quale cominciò la sua campagna elettorale lo scorso anno facendo cacciare un tossico entrato in una chiesa. la notizia mi era sfuggita ma rimedio subito per ricordare a Armelao e a Salvini che essere cristiani, praticanti e convinti presuppone il pienone degli ultimi all’interno delle chiese e non abbandonare i tossicodipendenti, i senza tetto, le prostitute, i detenuti sul sagrato, con il divieto di poter entrare nella casa del Signore. Gli esempi potrebbero essere molti (e non solo evangelici). Mi limito, da laico, a non comprendere il gesto di un uomo che, per un tornaconto squisitamente elettorale, decide di far cacciare una persona da un luogo che è di tutti, non credenti compresi. Vale poco rammentare ad Armelao e Salvini il discorso della montagna del Vangelo di Matteo dove quel rivoluzionario di Gesù Cristo, tanto idolatrato e menzionato sciorinando il rosario, parla solo ed esclusivamente degli ultimi della terra ai quali è riservato il regno dei cieli. Mancano 53 giorni alle elezioni e, sinceramente, di questi proclami e atti persecutori se ne potrebbe benissimo fare a meno. Salvini, che vorrebbe essere Ministro dell’interno, ci spieghi con semplici parole (anche con i disegnini va bene ugualmente) cosa intende fare per affrontare con serietà il dilagare delle droghe – alcune pericolosissime – e la disperazione di quei giovani soli e malati che attendono un vero programma di recupero e inclusione sociale da molto tempo. Si cominciasse a cacciare i mercanti dal tempio e non gli ultimi che meritano attenzione e ascolto.
Ps. Da oggi – e sino al 25 settembre 2022 – la macchina del tempo anziché ritornare indietro seguirà il volgere delle elezioni politiche. Tutti i giorni la rubrica si occuperà di ciò che tutti i partiti propongono, promettono per il nostro futuro. Un conto alla rovescia speriamo utile e interessante. Con uno sguardo attento anche alla Sardegna.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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