Una volta, questo giorno è sparito. Davvero. Vi chiederete: ma vi siete messi a scrivere favole? No. Semplicemente nel 1582 la data del 5 ottobre non fu vissuta da nessuno. Sparita. E non solo il 5 ottobre. In quell’anno, nel calendario gregoriano per riallineare i giorni alle stagioni, sparirono dieci giorni: dal 4 ottobre si passò direttamente al 15 ottobre. Questa storia ha davvero dell’incredibile e ci porta ad una semplice considerazione: il tempo non esiste o è, comunque, un’invenzione. Se così non fosse non potremmo far sparire i giorni dal calendario o rimettere in sesto i secondi di tanto in tanto. Il tempo è una concezione umana, come i meridiani, i paralleli, il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest. Eppure non sappiamo vivere senza orologio e senza agenda. Sarebbe davvero bello per alcuni far sparire dieci giorni dal calendario: gli studenti sarebbero entusiasti e anche i lavoratori, tranne quelli che in quei giorni avevano programmato le ferie: sparite. Oppure qualcun altro aveva deciso di sposarsi o di cominciare la dieta. Tutto sparito. Perché il tempo non esiste. Quante volte ci siamo detti: il tempo, in certe occasioni non passa mai oppure passa troppo velocemente? Molte volte. Perché sono le narrazioni a far scorrere il tempo e non le lancette di un orologio che non esiste. In carcere, per esempio, il tempo ha lo scandire del fine pena. Non esiste il presente, esiste l’immediato futuro. Provate a chiedere a qualsiasi detenuto quando uscirà. Vi risponderà fra due anni, tre mesi e venti giorni. Alcuni contano anche le ore. Il tempo non si ferma, ma non necessariamente diventa agenda. Nel 1582 sparirono dieci giorni dal calendario. Oggi il tempo lo battono i nostri messaggini e i cinguettii di WhatsApp. Non abbiamo tempo per sederci e attendere che il tempo passi. Non ne siamo più capaci.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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