Si stenta a credere che certe cose siano capitate qui, nella moderna e civile Europa, e neppure tanti anni fa, e specialmente in quella Inghilterra che per prima aveva condannato le torture naziste della seconda guerra mondiale solo pochi decenni prima. La storia di Bobby Sands è emblematica. Gli inglesi, in quegli anni, prendevano i militanti nordirlandesi e li incarceravano anche quando erano solo sospettati di terrorismo, senza processo, grazie a delle leggi speciali create per l’occasione. In carcere, come racconta bene il film “Nel nome del Padre”, dove viene incarcerato senza motivo anche l’onesto e mite genitore di uno scapestrato giovanotto, i detenuti venivano sottoposti a continue torture e sevizie. Certo, i cattolici nordirlandesi non andavano per il sottile. Le bombe si susseguivano una dietro l’altra e il sangue scorreva a fiumi, in quella che si può considerare come una guerra civile tra i cattolici e i protestanti. E pensare che oggi, dopo pochi decenni da quegli avvenimenti, sentiamo ripetere che il terrorismo è una roba tipica dell’Islam. In realtà, allora come oggi, dietro la religione si nascondeva uno scontro che aveva origini nella prevaricazione dei protestanti di origine inglese, nei confronti degli irlandesi “autoctoni”, ai quali erano state sottratte, nell’800, le terre migliori e generato una situazione sociale che con il tempo si era sclerotizzata in due distinte classi sociali, l’una privilegiata e l’altra sottomessa. Una sorta di colonialismo tutto interno all’Europa, insomma, ma con accenti di reazione e di violenza, da parte del governo inglese, tali da far ricordare le stragi, i genocidi, le torture, lo sfruttamento, le ingiustizie che il colonialismo ha portato in giro per il mondo per secoli, e di cui ancora ne paghiamo le conseguenze in termini di povertà e di disordine nel mondo. Ma quello era, come dire, un colonialismo lontano. Questo invece era alle porte di casa. Di fronte al terrorismo cattolico, il governo inglese mostrò il pugno di ferro, andando ben oltre ogni regola del diritto democratico e del garantismo. Bobbi Sands decide, nel 1981, dopo essere stato più volte incarcerato senza processo, e dopo 4 anni di torture e sevizie in carcere, insieme ad altri detenuti, di fare lo sciopero della fame per ottenere lo status di prigioniero politico. Tra le sevizie subite, per punizione dopo una rivolta, fu tenuto nudo quindi giorni e costretto a digiunare un giorno ogni tre. Ma tutte le volte che si usciva di cella, anche solo per andare in bagno, erano botte, così, tanto per. Al punto che i detenuti iniziarono a fare i propri bisogni in cella, per terra e sui muri, per evitare quelle percosse. Sands, scrivendo in foglietti e nella carta igienica, riuscì a scrivere un libro sulle sue esperienza carcerarie, facendo conoscere al mondo lo stato di detenzione degli irlandesi dell’Ulster nelle carceri inglesi. In quello stesso anno Sands vinse le lezioni parlamentari. Il governo inglese, da allora, cambiò la legge impedendo ai detenuti di potersi candidare per almeno cinque anni dopo la loro liberazione. Sands era il più giovane parlamentare ma restò in prigione, dove morì per inedia dopo 66 giorni dall’inizio dello sciopero, all’età di 27 anni. Dopo di lui altri nove attivisti morirono a causa dello sciopero della fame. La morte di Sands ebbe una vasta eco nel mondo, e in Irlanda del Nord le proteste si acuirono. Oltre centomila persone seguirono il funerale di Sands. Tuttavia occorreranno ancora molti anni prima che cattolici e protestanti del Nord Irlanda potessero giungere ad un compromesso pacifico, con l’accordo del “Venerdì Santo” del 23 maggio del 1998.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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