Pacentro è un piccolo Comune abruzzese di poche centinaia di abitanti.
Non se lo fila nessuno fino alla metà degli anni ottanta, quando dagli archivi parrocchiali si scopre che proprio da Pacentro, qualche decennio prima, erano partiti a cercar fortuna in America i poverissimi coniugi Ciccone.
Già, proprio i nonni di Madonna, la popstar esplosa all’attenzione mondiale nel 1984, quando sbancò le classifiche di vendita con la hit Like a virgin.
Mentre la popolarità mondiale di Miss Veronica cresce a dismisura, a Pacentro ci si muove per sfruttare l’occasione e ricavare un’imprevista visibilità dall’affermazione planetaria della illustre compaesana, reduce dal famoso concerto italiano ricordato per lo slogan siete caldi? ànchio!
Il sindaco Santini, socialista nel momento di massimo fulgore del Garofano, affida al disegnatore Walter Pugni l’idea di scolpire una statua alta quattro metri che, in una sola figura, coniughi il successo della cantante e il dramma dell’immigrazione.
Il risultato è una flessuosa figura femminile in bikini che, legata alla caviglia da uno spago, trascina con sé una valigia di cartone.
Il bozzetto viene presentato alla stampa nazionale assieme al progetto complessivo, del costo di circa mezzo miliardo di lire del tempo.
Sembra tutto fatto, quando sulla scena fa irruzione Don Beppe, il parroco dei mille abitanti pacentrani.
Il prete dice che la statua è di pessimo gusto, che gli emigranti possono essere ricordati in maniera più sobria, che l’idea è una follia.
Ne segue una furiosa polemica che si protrae per dieci anni.
Indovinate chi la vince?
Non c’è bisogno di scriverlo. Vi basti sapere che la statua non è mai stata tirata su, anche se la vecchia casa dei nonni Ciccone è ancora oggi meta di pellegrinaggio dei fans di Madonna.
Peraltro, quando Madonna tornò in Italia assieme al marito di allora, Sean Penn, rifiutò l’invito a Pacentro indirizzatole dal sindaco.
Anni dopo, a Pacentro avrebbero scoperto un altro compaesano emigrante di fama mondiale: il segretario di Stato americano Mike Pompeo, i cui bisnonni erano partiti per gli States proprio dalla piccola comunità abruzzese.
Ma nessuno si sognò di celebrare il braccio destro di Trump intestandogli una statua.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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