I mari del mondo sono zeppi di bombe atomiche smarrite e mai ritrovate, spesso depositate su fondali abissali, così profondi che è impossibile immaginarne non solo il recupero ma la stessa individuazione. Scorie della guerra fredda abbandonate per incidenti, distrazioni o irresponsabilità di chi le portava in giro da un capo all’altro del pianeta. È pure capitato che una bomba di tre tonnellate sia stata sganciata per errore da un bombardiere, piovendo sul tetto di una fattoria della campagna del North Carolina: l’equipaggio, al momento della partenza, aveva dimenticato di agganciarla e, una volta scoperta la sbadataggine in volo, nessuno sapeva come porvi rimedio. Il 5 febbraio del 1958, nei pressi della base aerea americana di Savannah, in Georgia, due aerei dell’aviazione americana si scontrarono in volo. Uno dei due, un B47, aveva a bordo una bomba atomica Mark 15: costretto dai danni riportati ad un atterraggio di emergenza, il pilota decise che prima era meglio liberarsi dell’ingombrante ordigno. Così si fece un giro sull’Oceano Atlantico e lo sganciò al largo di Tybes Island. Non venne mai ritrovata, come centinaia di altre bombe perse in quegli anni, molte delle quali anche nel Mediterraneo.
Questi incidenti erano così frequenti che il Pentagono coniò un codice, il “Broken arrow”, per indicare un’emergenza di quel tipo. Seguendo questo link potrete avere informazioni dettagliate su questi “smarrimenti”: http://www.laputa.it/broken-arrow/ Ogni tanto, comunque, qualcuno di questi reperti della cortina di ferro riemerge. Due mesi fa, un sommozzatore canadese ha casualmente avvistato una bomba atomica persa da un bombardiere americano negli anni Cinquanta. Qualcuno deve volerci bene, se siamo ancora qua.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design