Sono cresciuto in una famiglia di cacciatori dove i cani erano di casa. Ne ho amato moltissimi. Di alcuni ricordo ancora oggi i nomi e le gesta: Linda e Zago su tutti. Quando nascevano i cuccioli era una festa e subito gli si dava il nome. Mio zio sceglieva quello che sarebbe rimasto a casa mentre per gli altri si decideva di regalarli ad altri amici e parenti cacciatori. Erano pointer e setter. Bravi alla caccia della lepre e alle pernici. Qualcuno però non diventava bravissimo. Rimaneva a casa perchè “bonu solu a lu coccu” però non veniva mai abbandonato. I gatti, in realtà, nello stazzo dei miei nonni non erano ben accetti. Non ho mai capito perché ma, tutto sommato ero d’accordo. I gatti, in fondo, non mi sono mai piaciuti. Ho giocato per anni con i cani e ho sempre ritenuto che loro, negli stazzi vivessero un’avventura bellissima, di libertà. Oggi tutto si è modificato. nelle città, nelle nostre case abbiamo cani e soprattutto gatti. Sono iperviziati, superfotografati, piccole star di facebook. Sono animali che raccontano il nostro affetto, la nostra voglia di coccole, la nostra solitudine. Il Papa ha voluto ricordare questo amore attraverso un passaggio che non è piaciuto. Papa Francesco ha detto che molte volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti e ai cani e poi non aiutano il proprio vicino in difficoltà. Apriti cielo. Il popolo di facebook si è scatenato contro Bergoglio. La nazione amante dei gatti e dei cani ha subito voluto difendere il proprio amore per i piccoli animali che, secondo alcuni, danno più soddisfazione degli uomini. Non metto in dubbio che ci siano momenti in cui un gatto o un cane possano riuscire a riempire le giornate di chi si sente solo o ha trascorso una brutta giornata tra gli uomini. Però il messaggio di Papa Francesco era decisamente un altro. Senza togliere nulla ai cani e ai gatti presenti nelle nostre case, senza commentare sui vari cibi per animali che acquistiamo, dei veterinari, delle cucce, degli antiparassitari, dei giochi e dei maglioncini per l’inverno vi chiedo: ma davvero siamo così sicuri che questo amore bellissimo per gli animali debba essere così forte, così unico, così intenso tanto che quando vediamo qualcuno che ci chiede qualche centesimo abbassiamo gli occhi e non lo guardiamo neppure in faccia, infilandoci in un supermercato alla ricerca di un gourmet che paghiamo a peso d’oro per i nostri gatti? Quante volte lo abbiamo fatto?
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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