Dice, e cosa me ne frega? Soffi via polvere dalle cose vecchie proprio in un giorno nel quale potresti ricordare fatti ancora intrecciati con il nostro presente? Di esaltante malinconia, come la vittoria di Salvador Allende alle elezioni cilene del 4 settembre del 1970; o di rabbiosa tristezza per i nostri problemi irrisolti di sardi, come la strage dei minatori di Buggerru, presi a fucilate dai soldati italiani nel 1904. E invece no, vai a riesumare quella data simbolica, forse pure inesatta, in cui Odoacre, re dei barbari eruli, si proclama Re d’Italia, deponendo l’ultimo imperatore romano d’Occidente Romolo Augustolo e dando il via ufficialmente a una cosa che per convenzione di chiama Medioevo. Il fatto è che secondo me in quella faccenda c’è un sacco di attualità. La crisi dell’Impero romano, infatti, viene comunemente legata alle invasioni barbariche. Che altro non era che una colossale migrazione provocata da cause epocali di carattere naturale ed economico. Capite il riferimento? La differenza rispetto ad altre situazioni che ora vi verranno in mente, è che allora quegli altrettanto inevitabili movimenti di popoli provenivano dal Nord anziché dal Sud. A dilagare erano cioè soprattutto le etnie germaniche. E ora non mettetevi a fare gli spiritosi dicendo che anche in questo c’è una certa coincidenza con l’attualità, perché il dilagare germanico dei giorni nostri è tutta un’altra faccenda. Ma il vero riferimento di quel simbolico colpo di testa di Odoacre a ciò che accade ora, non è tanto l’invasione dei barbari, quanto le vere cause del declino dell’Impero romano. Le migrazioni erano in corso da secoli e avevano anzi rafforzato il sempre più gigantesco e debordante Impero, rendendo omogenee le etnie, inserendo i suoi rappresentanti nelle complessa catena di comando, creando una cultura dell’integrazione che aveva garantito periodi di pace e di benessere. Molti storici sostengono quindi che i barbari non c’entravano una mazza con quel declino. Mentre infatti le vecchie aristocrazie pagane e le nuove oligarchie cristiane aizzavano il popolo contro i migranti, esagerando la loro ferocia, disprezzando la loro inferiorità (non so se anche sostenendo che ci rubavano il lavoro), gli passavano sotto gli occhi, coperti di astio e rimpianto per un potere che se ne andava a farsi fottere, le vere cause della decadenza dell’Impero romano. Che erano: la crisi economica generale; la crisi sanitaria e igienica (ora si parla di crisi ambientale); la perdita di solidarietà sociale a causa dell’eccessivo disequilibrio della ricchezza, sempre più accentrata nelle mani di pochissimi; l’insopportabile peso fiscale che gravava sui poveri per tutelare i ceti più alti; la caduta di consenso nei confronti del potere centrale a causa della corruzione. E questi coglioni di antichi romani che stanno a blaterare di migranti mentre la sedia gli si schioda sotto il culo per via del loro egoismo, vi sembrano roba d’altri tempi? A me ricordano molto le prime pagine dei giornali di oggi. E forse anche di domani.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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